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 ORRORE A  MUMBAI

 

La cronologia degli  avvenimenti

Da il Messaggero (29 novembre) 

- Ecco il film (con le indicazioni in ora italiana) delle 60 ore di terrore seguite agli attacchi terroristici iniziati mercoledì scorso a Mumbai il cui bilancio - ancora provvisorio - è di 195 morti e quasi 300 feriti. Tra le vittime vi sono 27 cittadini stranieri, tra cui il consulente finanziario italiano Antonio Di Lorenzo, ucciso dallo scoppio di una granata all'interno dell'Hotel Oberoi-Trident.

Mercoledì 26: Poco dopo le 18 (le 22.30 locali), alcuni uomini armati con fucili mitragliatori e granate attaccano simultaneamente una serie di obiettivi a Mumbai. Tra questi figurano la stazione ferroviaria centrale, un ospedale e due alberghi di lusso frequentati solitamente da turisti e uomini d'affari occidentali: il Taj Mahal e l'Oberoi-Trident.

Ore 22.30. Reparti speciali indiani compiono un blitz all'interno dell'Hotel Oberoi, dove di odono spari ed esplosioni. Un'organizzazione finora sconosciuta, i "Mujaheddin del Deccan", rivendica gli attacchi.
 
Giovedì 27. Ore 7: Alcune compagnie aeree annunciano la sospensione dei voli da e per Mumbai. La Borsa rimane chiusa. 

Ore 8:13. La tv indiana dà notizia dell'inizio di un blitz dei reparti antiterrorismo nei due alberghi. 

Ore 9:47. La Farnesina annuncia: «Un italiano è morto». La vittima è Antonio Di Lorenzo, 63 anni.
 
Ore 10:53. Si odono esplosioni presso i due alberghi e presso il centro ebraico ultraortodosso Chabad nella Nariman House.

Ore 12:05. Il ministro degli Esteri Franco Frattini annuncia che 40 italiani sono sani e salvi nel consolato italiano.

Ore 12:20. Il primo ministro indiano Manmohan Singh sostiene che i terroristi hanno «collegamenti esterni».

Ore 16:42. Un alto responsabile dell'esercito sostiene che i terroristi sono giunti dal Pakistan, ma il governo di Islamabad respinge le accuse.

Ore 17:29. I commando dell'esercito indiano combattono contro i terroristi rimasti asserragliati all'interno del Taj Mahal e dell'Oberoi con decine di ostaggi. Scoppia un incendio in un'ala dell'Oberoi, dove sono intrappolati sette italiani, tra cui una donna con la sua bambina di sei mesi.

Ore 19:02. Fonti ufficiali indiane annunciano che tutti i terroristi asserragliati nell'Hotel Taj Mahal, meno uno, sono stati uccisi; si odono ancora spari ed esplosioni all'interno.

Venerdì 28. Ore 6:19. Sono libere la donna italiana e la sua bimba di sei mesi rimaste bloccate da mercoledì sera nell'Oberoi.

Ore 7. Si diffonde la notizia che all'interno del Taj Mahal vi sono ancora due o tre terroristi.

Ore 8:45. Si cominciano a trovare cadaveri negli alberghi: al Taj Mahal in una sola camera ve ne sono 15.

Ore 9:41. Tutti gli italiani sono liberi e stanno bene.

Ore 9:44. Il ministro degli Esteri indiano accusa il Pakistan di essere coinvolto nell'attacco terroristico. Il suo omologo pachistano risponde: «Terrorismo è nemico comune».

Ore 13:45. Un testimone italiano: «I terroristi facevano processi sommari».

Ore 14:40. Il ministro degli Esteri pachistano afferma di voler cooperare con New Delhi.

Ore 14:43. La tv israeliana rivela che al centro ebraico sei ostaggi e tre terroristi sono morti. Tra le vittime anche il rabbino, di nazionalità americana, e la giovane moglie.

Ore 18:18. A due giorni dall'inizio degli attacchi si combatte ancora al Taj Mahal. 

Sabato 29. Ore 2: Nuovo blitz al Taj Mahal. «È l'assalto finale», dice il capo della polizia Hassan Gaoor.

Ore 5:37. Finita la battaglia al Taj Mahal, uccisi gli ultimi tre terroristi.

Ore 07:38. Per il "Times of India" sono almeno 195 i morti. Per l'Afp, le vittime straniere sono 26.

Ore 11:09. Il premier indiano Singh, al centro di critiche interne per inefficienza, tiene un vertice e Mumbai con i capi dell'esercito e dei servizi.

Ore 12:55. Secondo una tv indiana, le teste di cuoio hanno ucciso 15 terroristi e ne hanno catturato uno, pachistano, che avrebbe dichiarato di essere un militante del Lashkar-e-Taiba, gruppo islamico pachistano attivo nell'India orientale.

Ore 12:57. 19 italiani provenienti da Mumbai sbarcano all'aeroporto di Parigi, da dove proseguiranno per l'Italia. È la fine di un incubo.

 

 

Come 10 terroristi hanno messo in ginocchio la città

http://notizie.alice.it/

Erano solo in dieci e almeno uno aveva l'accento hindi: oggi il New York Times con un reportage dell'inviata Emily Wax si chiede come il gruppetto dei terroristi che ha insanguinato Mumbai abbia potuto mettere in ginocchio da solo la grande città, e conclude puntando il dito contro la poca sicurezza della costa. Erano le 21 quando i pescatori di Mumbai hanno visto un gommone attraccare con 4 giovani a bordo; poi ne sono arrivati altri 4 su un motoscafo ma solo in 2 sono scesi. Erano giovani, muscolosi, carichi di zaini e borsoni. Uno dei pescatori insospettito gli ha chiesto dove andavano. E questo 25enne anonimo racconta alla Wax: "Uno si è girato e mi ha detto con un forte accento hindi: 'Lasciami in pace, sono di pessimo umore'. Abbiamo avuto paura e li abbiamo lasciati in pace".

Secondo il Times nella metropoli di 14 milioni di abitanti, l'anello debole è proprio questa colonia di pescatori vicino a Badhwar Park, a un chilometro dall'hotel Oberoi/Trident, dove vivono diecimila persone in capanne piantate su un porticciolo sul mar Arabico. "E' una baraccopoli, non abbiamo pensato a proteggerla" ammette L. Sankla, uno dei poliziotti messi lì di guardia dopo i fatti. Gli investigatori pensano che un'altra squadra di terroristi - altre 4 persone - sia scesa sempre dal mare in un luogo d'attracco più vicino al Taj Mahal Palace & Tower Hotel.

Gli stranieri si sarebbero spostati in taxi per cominciare la scia di distruzione che ha colpito 10 siti e ucciso quasi 200 persone a Mumbai, la ex Bombay che ospita la Borsa, l'industria del cinema di Bollywood, un mix di case vittoriane, grandi ville, baraccopoli, polo d'attrazione per migliaia di gente in cerca di fortuna.

Parlando con i testimoni e con fonti dell'antiterrorismo, il Times ricostruisce così le cose: i terroristi probabilmente in gruppetti di due o tre si sono sparpagliati per la città e in mezz'ora avevano colpito almeno 5 siti: la grande stazione ferroviaria, il centro ebraico alla Nariman House, il ristorante Leopold Cafe, e gli hotel Oberon e Taj. All'Oberon hanno fatto irruzione armi in pugno alle 21.35 circa sparando in aria.

Contemporaneamente altri due terroristi aprivano il fuoco fuori del Leopold Café uccidendo sette persone. Secondo un testimone, pareva che avessero fretta, che volessero distrarre la stazione di polizia dall'altra parte della strada. Poi sono corsi verso l'entrata posteriore del Taj, a tre minuti di distanza, e lungo la strada sparando alla gente (una delle vittime è il proprietario di una farmacia). Arrivando sul retro, i due pistoleri si sono uniti a altri due che arrivavano da un vicolo e in quattro sono entrati nell'albergo.

A circa 5 chilometri un altro commando composto di soli due terroristi pesantemente armati ha assalito la stazione Chhatrapati Shivaji. Magliette nere, zaini aperti hanno sparato sulla folla e tirato granate: 48 i morti. Un fotografo del Mumbai Mirror che era casualmente sul posto ha scattato varie foto: "c'erano poliziotti armati dappertutto ma nessuno ha mosso un dito" dice quest'uomo, Sebastian D'Souza. Eppure l'assalto nella stazione sarebbe durato ben venti minuti.

I due usciti dalla stazione e tornati in strada hanno sparato su vari bersagli nella loro visuale; poi hanno bloccato una macchina della polizia - arrivata, spiegano le forze dell'ordine in risposta a una chiamata urgente - uccidendo gli occupanti. La chiamata veniva dall'ospedale Cama a pochi minuti dalla stazione dove un altro gruppetto di terroristi (non si sa quanti, due o tre) aveva aperto il fuoco verso le 22.30 uccidendo almeno 5 persone.

I due terroristi della stazione, nella macchina della polizia si sono diretti al cinema Metro, un edificio art deco su un grande incrocio. Qui hanno sparato ai passanti. Da lì, la strada sarebbe diretta su viale Mahatma Gandhi verso il Taj dove forse avrebbero dovuto raggiungere i compagni. Ma i due sono stati intercettati: uno ucciso dalla polizia, l'altro, il 21enne pachistano di nome Azam Amir Kasab, è il famoso unico superstite arrestato: la polizia ha confermato che Kasab era uno dei terroristi della stazione.

Kasab avrebbe ammesso che l'operazione era stata lanciata da Karachi in Pakistan, da cui i terroristi sarebbero partiti in barca, assaltando in mare un peschereccio. Quando Kasab è stato arrestato, però, l'assedio al centro ebraico e agli hotel Oberoi e Taj era già avviato - da altri 8 terroristi in tutto - e l'incubo sarebbe finito solo sabato pomeriggio, quando la polizia ha annunciato che i 9 compagni di Kasab erano tutti morti.

 

 

Mumbai : un “11 settembre” indiano  ?

Giovanni De Sio Cesari

 

 http://www.italianotizie.it/leggi.asp?idcont=1796 

 

 In  una città sconvolta  dagli avvenimenti si contano i morti e si cerca di capire cosa è accaduto e perchè e come è potuto accadere  E’ presto per dare una risposta che  forse non sarà mai completa, come in genere avviene in questi avvenimenti  

 Tuttavia c’è un interrogativo che dall’India  rimbalza in tutto il mondo: i fatti tragici di Mumbai sono assimilabili a quelli dell’11 settembre a New York?

Più che dare una risposta possiamo fare delle riflessioni in proposito

 

Innanzi tutto non si tratta di un FATTO ISOLATO come non fu fatto isolato l’11 settembre: gli attentati in India negli ultimi anni hanno avuto un crescendo con episodi che hanno avuto anche un maggiore numero di vittime: la spettacolarità degli avvenimento di Mumbai ha posto il problema all’attenzione pubblica mondiale che non aveva percepito la gravità degli attentati precedenti : questo probabilmente era il fine proprio  degli attentatori

 

 Dal punto di vista del PASSATO STORICO  noi tendiamo a pensare che l’avversario  dell’’islam sia stato il mondo cristiano  ma in realtà  l’Islam si è confrontato con ancora maggiore asprezza  con induismo. Le invasioni islamiche si sono riversate in india per mille anni : come  i mussulmani del medio oriente sono in realtà i discendenti dei cristiani,  cosi quelli indiani sono i discendenti degli induisti .

Il dominio inglese si instaurò proprio in seguito alle lotte fra mussulmani e induisti che avevano portata l’India allo stremo. La dominazione degli inglesi si mantenne per circa due secoli  quasi pacificamente perchè essi  non essendo nè musulmani nè induisti  potevano agevolmente  mantenere la pace religiosa che infatti non  fu rotta per quasi due secoli

 

 Nella STORIA RECENTE Il conflitto riesplose infatti  proprio con la fine dell’impero britannico, Il movimento di Gandhi si opponeva a qualunque partizione fra induisti e  mussulmani. Si formo pero una “lega musulmana” sotto la guida di  Mohammad Ali Jinnah che pretese invece la divisione in due stati distinti; la Unione Indiana   e il Pakistan (paesi dei puri), Era il fallimento di tutta l’opera di Gandhi che infatti si rifiutò di festeggiare l’indipendenza, fece ogni sforzo per scongiurare la tragedia e fini egli stesso vittima di un estremista induista che gli rimproverava di proteggere i mussulmani, i nemici di sempre, gli invasori, gli oppressori.

La divisione innescò  un tragico scontro fra indù e mussulmani. con una tragica pulizia etnica che costò, forse, di un milione di vittime . 

Nel Pakistan occidentale restavano pochissimi induisti mentre il loro numero era più consistente  nel Pakistan orientale (attualmente Bangladsh), valutato intorno al 15%

 Ma in India restava invece una comunità vastissima di  mussulmani, attualmente valutata in circa 150 milioni che fa si che l’India, paradossalmente,  possa considerarsi il più grande paese mussulmano del mondo.

 Nasceva poi la disputa  del  Kashmir rivendicato da entrambe le nazioni: nel 1949 la regione fu spartita fra Pakistan e  India ma la questione si trascina  senza una soluzione soddisfacente per i mussulmani ed è stata fino ad ora causa  di sanguinosi scontri  guerriglie  e repressioni

 Nel 1971 nel Bengala orientale mussulmano  scoppio  una ribellione: l’India la appoggio, ne consegui una guerra indo pakistana vinta facilmente dall’India e si formo lo stato del Bangladesh.

Le relazioni fra i due stati sono state sempre difficili e ambedue i paesi benchè poveri  e sottosviluppati si dotarono di armamenti atomici: per ragioni geopolitiche gli Americani appoggiarono il  Pakistan, alleato in funzione antisovietica mentre l’India, per riflesso, guardava piuttosto a Mosca

 

NEL MONDO D’OGGI l’India ha seguito sostanzialmente,anche se non senza contraddizione,  la via della democrazia e attualmente può considerasi la più popolosa  democrazia del mondo. Tutto il paese ha seguito poi modelli occidentali:la lunga dominazione inglese non ha lasciati forti risentimenti: l’India è il paese ex coloniale che non ha il complesso del “colonialismo” e ne discute con pacatezza soppesandone vantaggi e gli svantaggi

In Pakistan invece la democrazia è rimasta solo allo stato formale e  non ha mai messo veramente radici, come in nessun paese mussulmano, d'altronde Ha messo invece fortemente radici il fondamentalismo islamico: dal Pakistan più ancora che dal Medio Oriente arabo vengono le spinte più forti: in Pakistan  sono cresciuti poi servizi segreti  inclini profondamente al fondamentalismo che il potere legale non è assolutamente in grado di controllare.

Come è noto i talebani furono creati da servizi pakistani reclutando gli studenti afgani delle scuole coraniche  (talebani ,in lingua locale) e anche attualmente  essi trovano aiuto ed assistenza  nelle zone  tribali di confine nelle quali pare nascondersi lo stesso bin Laden

 

  CON LA GLOBALIZZAZIONE negli ultimi anni l’India ha cominciato uno spettacolare  sviluppo economico  di poco inferiore a quello cinese del  quale pero le minoranze islamiche sono  generalmente  meno partecipi. A differenza della Cina, che resta comunque sempre un mondo a parte, l’India tende sempre più integrarsi  nel mondo occidentale del quale ha persino in comune la lingua degli scambi  cioè l’inglese che è la lingua di tutti gli indiani con un minimo di cultura

 Agli occhi dei fondamentalisti islamici l’India assume tutte quelle  caratteristiche  che attribuiscono agli occidentali; diventa al pari degli  americani il grande  satana come si espresse  Khomeini     

Ad esempio a Mombai vi è la cosi detta  Bollywood cioè la produzione di film che hanno grande successo anche nel Medio Oriente islamico: si tratta di storie sentimentali che per noi occidentali sono molto castigate, diremmo quasi  edificanti, ma che per l’estremismo islamico  sono immorali, minnao la purezza del credo islamico   

Mombai diventa allora  la New York dell’India. Colpirla con attacchi spettacolari  ha lo stesso significato di quello dell’ 11 settembre: la lotta dei  credenti contro i miscredenti cioè del  bene contro il male, la grande battaglia finale di Armageddon: ogni fine particolare diventa secondario, irrilevante   

 Non siamo cioè più al terrorismo che persegue un qualche fine particolare come ad esempio  la liberazione del  Kashmir ma è semplicemente la lotta  a satana : da qui una lunga sequela di attentati che negli ultimi anni hanno insanguinato l’India  e che non sembrano avere  uno scopo, un significato per chi non penetra quel particolarissimo mondo  culturale  che sta alla  base del fondamentalismo islamico, dei cosi detti  Jihadisti

 

Il risorgere dell’intolleranza e del fondamentalismo islamico ha riacceso i contrasti con l’induismo che sembravano sopiti: ma come insegna la storia  i contrasti possono sempre risorgere, anche a distanze di secoli di  pacifica convivenza.