Home

RACCONTI   VARI

 

Giornata “di protesta” a New York

Si è svolta ieri a New York, di fronte al Consolato Italiano sulla Park Avenue, la manifestazione di solidarietà nei confronti del giornale, America Oggi, l'unico quotidiano in lingua italiana negli Stati Uniti . Ci siamo recati a New York un gruppo di circa 200 persone per solidarieta` e protestare la decisione del governo che riducendo i fondi per l'editoria all'estero, minaccia la sopravvivenza non solo di America Oggi ma anche quella delle altre testate in lingua italiana nel mondo.  So che ci sono moltissimi italiani  che e` l’unico giornale che leggono tutti i giorni da quando son venuti qui . Per loro sarebbe una ingiustizia non avere piu il giornale. I pensionati hanno la loro routine e la prima cosa che fanno la mattina e` di andare  dal giornalaio.Si incontrano con altri amici  che si trovano li per la stessa missione. Poi a casa si accomodano sulla vecchia e logora poltrona  a leggere pagina per pagina il giornale.                            

Noi siamo partiti col treno mattutino. Dovevamo incontrarci con altri nella Gran Centrale Ma quando siamo arrivati  c’era solo uno dei nostri amici. Nessuno sapeva dell’altro. Dopo qualche telefonata ci siamo ritrovati tre insieme ma il quarto no.  Comunque abbiamo preso il tassi ci siamo recati al Consolato  Italiano nella Park Avenue ove si trovano i Consolati esteri. Era presto e i “protestatori” non erano ancora arrivati. Abbiamo fatto una passeggiata per la Park Avenue  che e` molto bella. Quando son cominciati ad arrivare altri sono arrivati anche i nostri. Ci siamo riuniti fuori il Consolato. Ho guardato lo Stemma Italiano  sulla porta, tristemente, e`in condizioni deplorevole  e`vecchio e tutto scolorito. La Bandiera Tricolore  sembrava sbiadita. Poco dopo cominciarono ad arrivare quelli ben organizzati con i cartelloni di protesta. Arrivo` anche una donna con passiggino   a colore bianco rosso e verde. Da li  apoco arrivo` anche la squadra mobile dei police di New York, quattro auto in tutto.  Misero le barriere di fronte al  marciapiedi davanti l’entrata del Consolato  e  ci dissero che noi dovevamo stare dall’altra parte e lasciare il passaggio libero. Da buoni italiani che siamo nessuno si mosse.  I police ripeterono l’invito, una buona meta` ci spostammo gli altri andavano davanti e indietro con i cartelloni. Due guardie di sicurezza si posizionarono davanti l’entrata del Consolato che ieri era chiuso al publico . La donna col passiggino cambiava posizione continuamente. Arrivo` anche un tizio con tante bandierine che distribui` a tutti noi. Era una bella giornata di sole con un po` di venticello ma non freddo.

Quando arrivarono le cam e i reporters fra cui Rai 1 tutti si fecero avanti a protestare e sventolare cartelloni. Si fece avanti un tizio e comincio` a sbraitare di fronte  alle riprese “ noi vogliamo la verita`! solo la verita`! niente altro che la verita`! “  Non me lo domandate perche` non lo so nemmeno io . Alcuni furono intervistati e dettero la loro opinione. Sappiamo che siamo qui` in solidarieta` con America Oggi il giornale italiano ma niente cambiera`. I fondi non arriveranno.  La decisione e` gia stata fatta retroattiva al Dicembre 2009.  Rividi conoscenti di tanto tempo fa . Si vede che e` passato piu` tempo che pensavo datosi che alcuni gentiluomini si chinarono a baciarmi la mano. Ma che stesse arrivando la Grande Sera ( anzianita`) anche per me?  Pensai.  “La protesta” fini` subito. Le due guardie di sicurezza non piu` davanti l’entrata passeggiavano tranquillamente .  Le quattro auto dei police se ne andarono senza nemmeno una sirena. Col mio gruppo tornammo alla stazione aprendere il treno del ritorno. Mentre aspettavamo l’orario di partenza ci sedemmo  a mangiare una pizza che qui chiamano “napoletana” Gianni, tu sai che non e` la vera pizza tua. Tutto sommato e` stata una giornata interessante . Quando arrivai a casa mamma, con la badante ,mi domando`se i bambini stavano bene.  Dissi di si e mi feci un caffe`.

 

 

Delia Socci Skidmore