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Una piccola storia di Lucia Frattaroli   comunemente conosciuta come Cietta.

 

                                       CALA LA MADONNA

 

    Cala la Madonna : un rito,una celebrazione tutta settefratese .

 

Un'altra tradizione che abbiamo  portata con noi con fede e speranza di tornare un giorno a rivivere in persona. Son passati gli anni e spesso siamo tornati al paesello a quella data del 14 Agosto per partecipare ai festeggiamenti della“Festa”che infatti iniziano il 14 Agosto con la celebrazione della “Calata”.Nessun altra vacanza ci attirava come quella di ritornare al nostro paesello con la speranza di rivivere quel lontano passato. La funzione inizia di sera con la recita del Santo Rosario mentre l`Urna dove risiede la Madonna rimane chiusa. Dopo il Rosario seguiva il canto dei vespri e il cantico evangelico del Magnificat   . Alla fine del Magnificat si scopriva l’Urna della  Madonna mentre i presenti si alzavano in piedi  gridando “Evviva Maria”stentendo le mani chiedendo grazie alla Vergine. L`Immagine della Madonna veniva  calata piano piano accompagnata dal grido emozionante della gente d i"Grazia Madonna" mentre il coro continuava il canto. Era ed e`una scena emozionante, i fedeli piangevano dal trasporto della fede e dell’amore che portavano alla Vergine di Canneto. Alla fine della funzione la gente intonava l’inno di partenza ed uscivano camminando all’indietro.

Ma ora siamo in America ed e`impossibile duplicare questa celebrazione nemmeno nella chiesa italiana. Cosa fare ? ci penso`Cietta. Fece venire dall’Italia una piccola  replica della statua della Madonna,fece fare l’urna con la barra ,opera di Mario Casinelli, Dario Socci e John Pompa e comincio` i preparativi per la festa. Con altre devote amiche sue si consigliarono con l’arciprete della chiesa italiana, gli spiegarono il loro desiderio di fare calare la Madonna e gli chiesero il suo permesso. Lucia spiego che avrebbe fatto addobare il suo garage come una cappelletta completa con l’Altare. Il parroco approvo`l’idea disse che sarebbe venuto a benedire il posto e celebrare il rito della Calata. Notizia piu lodevole di questa non si poteva sperare. John Frattaroli e altri si misero subito al lavoro e ripulire, pittare e abbellire il garage.Cietta e le sue amiche si impegnarono a ricamare tovaglie per l’Altare. Abbellirono coperte di seta color celeste, ricamarono stelline e merletti. Con le coperte ricoprirono le mura, l’Altare fu ricoperto con la tovaglia bianca ricamata, il pavimento fu coperto con tappeto.Tutto insieme sembrava veramente una Cappelletta.

 

 Ora bisognava aspettare l’ora della celebrazione cara a noi come:`Cala la Madonna`. Arrivo`la sera,la casa di Cietta era piena di gente ad aiutare con i preparativi. Si vedeva anche una tavola apparecchiata. Subito dopo arrivarono tre parroci:l`arciprete,father Polly,father Picaro e father Futile. Father Polye   benedisse con l’acqua santa l’altare ed i presenti e poi intono` il Santo Rosario, I presenti seguivano il parroco. Finito il rosario tutti gridarono "Evviva Maria!" ,l’urna si apri e la Madonnina comincio`a scendere piano piano accompagnata dai fedeli che tendevano le mani verso la Madonna chiedendo grazie. Giovanni ,il marito di Cietta, aveva preparato gli spari e li accese con fragore. Ora la Madonna fu adagiata sull’Altare e si intono`l’Evviva Maria.Piano piano i presenti cominciarono a camminare all’indietro per non voltare le spalle alla Immagine. Finito il canto,il parroco prese la Madonnina e la porto`ai presenti uno per uno e loro baciavano la Statua. Dopo la deposito` sull`Altare benedisse tutti e la funzione termino`.La funzione fini ma non  la festa.Cietta e le sue amiche avevano preparato un bel ricevimento fatto di pizza fritta,varieta di biscotti e le famose cruspole e caffe`. Tutto compreso fu una bella e santa serata. la funzione viene ripetuta tutti gli anni e ricevuta sempre con gran piacere. Grazie non solo a Cietta ma anche a tanti devoti che si impegnano a preparare e organizzare `La Calata`.

Si ringraziano anche i padri della chiesa del Sacro Cuore che continuano con noi il rito che abbiamo portato da tanto lontano.

 

Delia Socci Skidmore