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UNA STORIA D’AMORE

 

 

I maltrattamenti

 

La sera dopo Antonia ritorna molto piu` serena. Mi parla della sua famiglia, i figli, i nipoti e il lavoro che svolge per la chiesa e la sua devozione per San Pio di Pietralcina. Sorride e indica che vuole ricominciare con la sua storia.

Avevamo lasciato al punto quando il padre le feri' al capo con un colpo di tenaglia.

Le grida della figlia arrivarono agli orecchi delle mamma che accorse subito a soccorrere la figlia. Quando la vide si volto` piangendo verso il marito e grido`: e adesso cosa facciamo? Non vedi che l’hai uccisa?

Lui imperturbato rispose che, no non ancora non l’ho uccisa, solo voglio che lei si deve ficcare in testa che questa storia deve finire. Fuori Filippo, che non era mai lontano, aveva assistito tutto e quando la mamma usci `sostenendo Antonia che ancora grondava sangue, si fece subito avanti per proteggere la sua ragazza  e portarla al pronto soccorso. Ma la mamma preferi`portarla al medico del paese. Filippo seguiva da lontano. Il medico come tutti sapeva la storia di Antonia e del padre. Quando la vide cosi mal ridotta rimproverò  severamente i genitori e in particolare il padre e li avverti  che adesso avevano superato ogni limite ed era suo dovere rapportare l’incidente alla legge.

La madre supplico il dottore,`disse che non sarebbe successo piu`ci avrebbe pensato lei a calmare l’ira del marito. Anche Filippo fu d’accordo e disse “cambiera’”. Ma il padre non cambio`.

Andarono a casa Antonia si era appoggiata alla mamma, il padre avanti e Filippo seguiva  a poca distanza. Il giorno dopo il paese era in bisbiglio

ognuno che parlava aveva una versione diversa da quel che era veramente era successo. l’incidente non e stato mai dimenticato dai paesani.

Anche a casa di Antonia la famiglia si alzo`come al solito. Antonia col capo fasciato parlava poco.

La mamma per proteggere la figlia e sottrarla dalla ira del padre, si fece avanti si mise tra la figlia e il marito e disse che lei e la figlia oggi dovevano andare a lavare i panni alla fonte.

Ma il padre proibi, scanso` rudemente la moglie e ordino` la figlia di seguirlo ad una localita`abbastanza lontana per raccogliere legna. Rassegnata, col capo che le martellava dal dolore, si avvio`col padre. Arrivarono dopo un lungo cammino  e si misero subito a raccogliere legna.

Insieme facevano un fascio lo legavano con la fune poi

Il padre lo poneva sul capo di Antonia e lei lo doveva portare in testa fino a casa. Il dolore del capo era straziante, la ragazza

stringeva i denti raccoglieva tutte le forze e continuava il lavoro. Ribellarsi sarebbe stato peggio.  

Antonia appoggiava il lato del capo ferito sulla spalla e portava la soma appoggiata tra l’altra spalla e il lato sano. Il padre non mostrava nessun riguardo, tanto meno affetto per la figlia tormentata. Quando lei tornava, dopo aver consegnata la legna, il padre gia`aveva un altra soma pronta per un altra  consegna.

Quella sera stessa suo padre ordino` alla moglie di non dar da mangiare alla figlia e se si permetteva anche di nascosto lui l’avrebbe duramente  picchiata. Vorrei dire qualcosa, vorrei domandare perche`quel mostro di suo padre serbava tanto odio e brutalita`verso la famiglia e in particolare verso la figlia. 

Ma non dico niente, lascio che Antonia continui la sua storia.

Filippo sempre presente sul tetto della casa sapeva tutto e certo

avrebbe fatto qualsiasi cosa per la fidanzata. I giorni del digiuno lui le portava sempre qualcosa e specialmente frutta fresca.

Nonostante tutto cio` che le succedeva e nonostante il fatto che Filippo era la causa di tutte le botte che riceveva i due continuarono a vedersi. Dice Antonia:” il nostro amore era piu` forte di tutto”. Ora quando usciva dovunque andava, nei campi oppure alla fonte, Antonia doveva essere accompagnata dalle sorelle piu` piccole. L’ordine lo aveva dato il padre, quando tornavano interrogava le ragazze per sapere se la figlia maggiore si era incontrato con ‘quel disgraziato.’ le sorelline dicevano sempre che non avevano visto nessuno. Ricordo anche io quando Antonia passava vicino a casa aveva le sorelle sempre con lei.

Ora le comari, vantavano la giovane e commentavano che Antonia si` che era brava e seria! guarda non va mai sola. ignorando di proposito tutto il male che avevano detto contro la ragazza solo pochi giorni prima.

Una altra sera Anna, la piu` piccola, piangendo, chiese al padre di non picchiare piu`Antonia, lui in compenso picchio lei. Anna aveva appena 6 o 7 anni.  Da allora Antonia quando il padre cominciava se ne scappava da casa e tornava quando lui dormiva ubriaco come sempre.

La madre soffriva tanto per la figlia, si struggeva e l’aiutava come poteva di nascosto. Antonia era diventata la sostenitrice della famiglia col suo lavoro. Con l’asinello andava a lavorare nei campi ,raccoglieva olive , zappava, raccoglieva legna per vendere, aiutava anche una signora con le faccende di casa.

Si ingegnava come poteva pur di portare avanti la misera famiglia.

Filippo l’aiutava in tutto e la giovane col suo asinello era diventata la piu`ricercata tra i signori del paese per le belle some che portava e il lavoro che svolgeva ovunque si impegnava e veniva pagata meglio delle altre. La vita continuava “ normalmente” .

 

 

 

 

 

Delia Socci Skidmore