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UNA STORIA D’AMORE

 

I genitori non vogliono

 

Purtroppo come spesso succede anche i più casuali incontri fra due giovani venivano  notati da qualche intrigante comare e subito riportata ai genitori: ‘ per il suo bene” dicevano.  Quando Antonia torno` a casa la mamma l’aspettava. Aveva gia` saputo del suo incontro con Filippo

la rimprovero`e la picchio`e le proibi`ogni contatto col giovane .Da quel momento seguirono 7 anni di tormenti, botte , sgridate e abusi da parte dei genitori, “ per bene tuo” spiegava la mamma mentre la picchiava.

I genitori non approvavano la relazione citando la differenza d’eta`,

Filippo 17 anni, lei 14. A casa le si misero tutti contro. Ma Antonia cita un altra ragione per cui  i genitori proibivano la relazione. La famiglia di Filippo non godeva di buona fama nel paese e anche questa era una ragione o la scusa per picchiarla.

Antonia non sentiva nessuno e si vedeva con Filippo quando a sera si ritiravano dai campi. Ma qualcuno li vedeva a riferire al padre, sempre “ per il bene di tua figlia” gli dicevano.  Il padre la picchiava regolarmente.

Per amore di Filippo, Antonia senza pensarci sopra, trasgrediva tutte le regole di obbedienza amore e insegnamento che i genitori le avevano dato fin da bambina e che lei avrebbe dovuto sostenere e dare buon esempio alle sorelle piu` piccole.

Lei dice che non faceva del  male a nessuno a incontrasi col ragazzo apertamente ed era meglio che nascondersi in stalle o dietro cespugli.

 Filippo la seguiva  ovunque per darle conforto . La sera  per starle vicino si arrampicava sul tetto della casa e sentiva quando la picchiava il padre e lei piangeva. Avrebbe voluto intervenire per aiutare la sua promessa sposa ma sapeva che sarebbe stato peggio per lei.   

Quando Antonia saliva per andare a dormire lui dal tetto le sussurrava dolci parole di conforto e si faceva dire dove sarebbe andata il giorno dopo per incontrarla di nuovo.  Antonia prendeva botte appena rientrava.

Un giorno il padre minaccio` di ucciderla se continuava la relazione.

Lei si fece avanti col capo alto guardo` il padre direttamente negli occhi  e gli disse: “anche se tu mi ammazzi e rimane un pezzetto di me io sposero` lui.” Il padre non rispose.

In paese non si parlava d’altro. La storia di Antonia e Filippo era

diventata un dramma da seguire giorno per giorno. C’era chi diceva che era come la tragica storia di Romeo e Giulietta, chi invece dava colpa alla ragazza perchè disubbidiva ai genitori.

Antonia era diventata la notizia giornaliera, lodata o biasimata dipendeva a chi domandavi.

Non ostante le critiche , le botte e il maltrattamento, lei continuava a lavorare nei campi e ovunque come poteva per il benessere della misera famiglia. 

La esile ragazza mostrava una forza fisica e mentale superiore alla sua età.

La madre di Antonia era di poca salute le sue numerose gravidanze

non sempre arrivavano a termine  e finivano in aborto spontaneo.

 Quando cercava di intromettersi tra il marito e la figlia, lo supplicava di non picchiare cosi tanto e cosi spesso. Il marito le dava spintoni e botte anche a lei.

Antonia trovava conforto confidandosi con un amica che aveva una simile situazione con i suoi genitori, ma non cosi spietati come suo padre. Spesso si incontravano a lavorare per gli stessi padroni, oppure pascolavano il gregge insieme. Antonia ricorda i verdi pascoli il cinquettio degli uccelli in coro il din din delle campanelle delle sue capre

che si rincorrevano tra loro libere e spensierate.

Erano giornate al sole trascorse pensando al giorno che sarebbe andata sposa. Sposa a Filippo, il suo Filippo. La casetta tutta loro, i bambini che sarebbero venuti. Antonia sorride ripensando a quei bei brevi ricordi di sogni.

 

Delia Socci Skidmore