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RITORNO A SETTEFRATI  

 

 

LO SPOSALIZIO

 

Da lontano verso la casa della sposa arrivavano canti e suoni allegri. La famiglia aveva preparato il festino per tutti. In fatti era cosa nota che parenti amici erano invitati a festeggiare la publica serenata. Si fece tardi e mentre la festa continuava noi che eravamo rimasti in piazza ci ritirammo.

La domenica dopo, in piazza davanti al bar si stava formando una folla di gente. Spingevano per passare  davanti piu vicino ai gradini della chiesa.

All’altro angolo della piazza era stata eretta una tenda bianca che faceva ombra a tavole imbandite di dolci di ogni colore e qualita`. Tra i dolci anche numerosi hors d'oeuvres. Il tutto decorato con graziose composizioni di fiori

e frutta fresca.

Era il giorno del tanto atteso sposalizio. La famiglia della sposa aveva preparato il tutto per amici e passanti che in piazza aspettavano il corteo della sposa. Avevano pensato a tutto, nessuno si poteva sentire escluso dalle festivita` anche i non invitati al banchetto.

Mi feci avanti anche io. Tutto il cibo sembrava delizioso solo a guardarlo. Mi feci il mio piatto e tornai verso casa. Presto arrivo` un va pieno di fiori. Due uomini scesero con un rotolo. Era un tappeto verde che sistemarono alla scalinata fino all’entrata della chiesa e dalla porta fino all’altare. Dopo scaricarono circa una dozzina di anfore antico stile a due maniche. Presero una e la collegarono sul primo scalino ai lati del tappeto. Era piena di fiorellini bianchi e foglioline verdi che scendevano ai lati decorando ma non offuscare la bellezza dell’anfora. Un altra fu collegata all’altro lato e coricata 

di fianco. Anche dalla bocca di questa venivano fuori gli stessi fiorellini bianchi. Era messa cosi e dava un tono casual shic. Tutta la scalinata che dava alla chiesa fu cosi decorata. Era come se ci dovesse passare la regina dell’Inghilterra. Oggi la sposa era regina.

Il muro della loggia anche fu addobbato con simili fiori bianchi che pendevano dal muro e si avvolgevano attorno alle colonnine. Dentro la chiesa era una nube di fiori. Erano sui banchi, avvolti al piedestallo del battistero, su tutti gli altarini e maggiormente all’altare maggiore. Era tutto stile fine e olezzante decoro. I fioristi erano veri artisti ed avevano decorato nei minimi particolari .

Ovviamente non si era badato a spese. 

Un fragoroso battito di mani accolse il corteo della sposa quando apparse

in piazza.Portata al braccio dal padre la sposa risplendeva non meno di tante famose spose di cui han cantato scrittori e poeti. Il corteo seguiva. Le donne tutte  vestite  elegantemente con lunghe gonne di bei colori con scollature profonde e qualcuna portava anche il cappello.

Ma una coppia, a mio parere, era la piu' elegante di tutte. L’uomo di bello aspetto era vestito scuro  aveva le tempia brizzolate che lo rendevano molto attraente. La donna  alta e sottile, con tacchi altissimi camminava disinvolta .

Il colore del vestito era a fiori multicolori col rosso che dominava .Il cappellino anche rosso con velina avvolta attorno alla falda. La coppia era tutto scic. Dopo la cerimonia in chiesa gli sposi e tutto il corteo si fermarono a fare le fotografie. Quelle obbligatorie sotto il grande tiglio e vicino la fontana. Il ricevimento era stato riservato in un locale a Cassino. In piazza l’autobus,  noleggiato dalla famiglia della sposa ,aspettava per trasportare chi non guidava.  I giorni dopo ai nostri raduni serali non si parlava d’altro che del cibo ottimo e abbondante per circa 500 ospiti.

Eppure per quanto bello, sfarzoso, grande e ben preparato lo sposalizio

non si puo fare a meno di pensare a quei semplici di tanto tempo fa preparati con cura e amor personale. Le ragazze, promesse spose, sceglievano le piu' fine stoffe per l’abito che veniva affidato alle piu` brave  sarte e ricamatrici del paese.   

Qualsiasi  ristorante, famoso che sia non puo` paragonare al pranzetto fatto in casa cucinato nel camino e sui fornelli a brace e calore familiare. Il capretto ucciso fresco per l’occasione. I polli, i piu` belli del pollaio ,che la massaia aveva custodito a lungo apposta per lo sposalizio.

Veniva convocata l’esperta per l’occasione. Una donna famosa nel paese per le sue arti culinarie. Dall’antipasto al dolce lei era maestra di tutto.

Le porzioni ben fatte a seconda della persona, le piu` prelibate per gli uomini anziani come era di usanza. E chi puo` dimenticare un altro famoso esperto che passava i confetti alla fine del pranzo su un vassoio d’argento fornito di un cucchiaio con cui lui pendeva tre confetti e li metteva in mano agli ospiti.

Di bomboniere non se ne aveva nemmeno sentito parlare. E chi puo` dimenticare il liquore preparato in casa, mescolando l’alcol con lo zucchero poi messo nelle apposite bottiglie per il grande giorno. Tutto molto personale, intimo e fatto con amore.

 

  

 

 

Delia Socci Skidmore