Home

 RICORDI   

           

English   version                                                                                                            Italian version          

  

STORNELLI E SERENATE

 

Il mandolino, il solo  nome richiama visioni e suoni di serenate romantiche al chiar di luna.

Verso il tardo pomeriggio dopo che gli uomini avevano finita la partita e bevuto un po` troppo cominciavano a stornellare. Gli stornelli venivano creati sul momento dal cantante. Erano belli intonati e con la rima  rima. spesso anche pizzicanti. Poi se qualche cantante, spinto dalla euforia del vino e l’allegria del  momento, spingeva oltre l’accettabile allora invece di dire la parola intonava un uummmm uummmm uuummmm tentennando il capo per dare enfasi. Noi ragazzine ridevamo ma non avevamo capito niente degli uuuummmm. C’erano dei cantanti che si distinguevano

“ se porta buon” dicevano le donne e quando cominciavano erano  piu` uuuummmm ummmm che parole , finche` arrivava la moglie e lo trascinava a casa barcollando. E chi puo` dimenticare  le tantissime canzoni del festival di Napoli. Canzoni che solo Napoli sa creare, sa suonare sa cantare. Sono melodie classiche che ancora si cantano in tutto il mondo.    

Ricordo, quando ero grandicella, le serenate che i ragazzi dedicavano alle ragazze che corteggiavano. Pero` non potevano farlo  come si usava sotto il balcone della ragazza perche i genitori di lei  non lo avrebbero permesso. I ragazzi la sera si radunavano andavano in una collinetta sovrastante e suonavano e cantavano a piacere. Ma prima avvertivano le fidanzatine che questa o quella canzone era per lei e chi gliela dedicava.

Era il modo per i ragazzi di parlare con  noi e comunicarci i sentimenti che provavano. La ragazza ascoltava nascosta dietro la finestra e si illudeva che mamma non si era accorta di niente .

Mamma invece, sempre vigilante, lo sapeva benissimo specialmente  se la figlia aveva un aria misteriosa e un sorrisino sulle labbra e ogni tanto tirava un lungo sospiro. I ragazzi sapevano che la ragazza era nascosta dietro la finestra e protetti dalla penombra, tenevano gli occhi ben fissi alla piccola finestra illuminata, là in alto, attraverso la quale si intravedeva una figura di donna a loro tanto cara. Anche  a Settefrati  i ragazzi si divertivano a cantare e suonare al colle. Cantavano i giovani quel che a noi ragazze sembravano le più belle e melodiose canzoni anche se i ragazzi stonavano. Le ricordo ancora la melodia “Stella d’argento che brilli lassu`…………”.e I raggi di luna sembrava che brillavano solo per noi. Ma anche se non c’era la luna alla ragazza a cui era dedicata la mandolinata la vedeva risplendere

 Andava cosi per qualche tempo poi immancabilmente  la vecchia zitella protestava presso le  autorita`comunali che  il canto disturbava il suo sonno. I ragazzi venivano avvertiti che dovevano smettere piu` presto e a loro veniva dato l’orario di finire con le serenate.  Ogni tanto pero` si vendicavano e suonavano qualche brano proprio sotto la finestra della vecchia zitella.

Erano cose da niente ma in quei tempi e in quel piccolo paese sembrava tanto. Oggi la zitella non l’avrebbe ascoltata nessuno. Anche perche` le serenate non si sentono piu.`Era permesso in quei lontani tempi di portare la serenata alla fidanzata proprio sotto la finestra di casa dopo che si erano messi d’accordo “spus  e sposa.”  La ragazza aveva gia` parlato con i genitori (leggi mamma) delle serie intenzioni che aveva il corteggiatore nei suoi riguardi. Alla sera prestabilita, luna o non luna, il ragazzo gia` preparato con il mandolino e il cantante del paese  e qualche amico per aiuto morale si mettevano  sotto la finestra e cantavano. Se i genitori  approvavano aprivano la casa agli ospiti e li accoglievano con tante gentilezze. Sul tavolo apparivano vini, formaggi e salame per tutti. Dopo arrivava la famiglia dello sposo anche loro con braccia piene di delizie casarecce. Mentre si festeggiava si fissava la data dello sposalizio. La ragazza timida sedeva a testa bassa compiaciuta ma un po`imbarazza.

 

 

 

Delia Socci Skidmore