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Chi sono gli sciiti

 

 

Giovanni De Sio Cesari

(www.giovannidesio.it )

 

 

Indice: conflitto  con i sunniti--  caratteri degli sciiti -- scontro coni wahabiti-- altre confessioni  assimilate  agli sciiti

 

 

 

 

 

Conflitto  con i sunniti

 

Nel Medio Oriente divampa dovunque  il conflitto fra sciiti e sunniti  combinandosi in un intreccio inestricabili con altri conflitti etnici, economici e religiosi. Ma chi sono gli sciiti. 

Derivano da una antica disputa dinastica nella successione a Maometto di 1300 anni fa ma che si è poi colorata di credenze religiose diverse e in contrasto con quelli della  maggioranza detta  sunnita e poi di una prassi, di culto diverso. Infine si è cristallizzata  in identità etnica  che prescinde anche da differenza di culto. E una successione di eventi  che si è manifestato un po dovunque nella storia  anche in ambito cristiano  Ad esempio il contrasto fra  Croati e Serbi che a volte è sfociato in una feroce guerra civile ( durante la seconda guerra mondiale e e poi nel dissolvimento della  Jugoslavia)  trae origine da una differenza di credo  di due gruppi Croati e Serbi : parlano la stessa lingua  ma si convertirono  i primi  al cristianesimo nella  versione cattolica (latina) e i secondi in quella ortodossa ( greca) . Il contrasto risale a più di mille anni fa ed era  relativo a uno  scontro fra l’autorità del papa  di Roma  (cristianesimo latino occidentale) e quello del patriarca di Costantinopoli (greco, impero bizantino ) Poi si sono formati anche differenze di credo, di prassi religiosa e infine  determina semplicemente la ideniità di una comunità a prescindere dal vero e proprio credo religioso. Si è croati e serbi a prescindere dal fatto che si sia credente o meno ma solo per tradizione  familiare

Fenomeni simili sono avvenuti anche nell’ambito islamico Abbiamo cosi  comunità di sciiti   in Iraq, Libano, Siria, Bahrein, Yemen  Arabia Saudita, Pakistan che  differiscono dai sunniti solo per la tradizione  religiosa che comunque  è più forte di quella nazionale  In Iraq non ci si sente affatto iracheni ma sciiti e sunniti  e il loro scontro sanguinoso e interminabile continua a desolare tutto il paese. In Iran invece il credo sciita  praticamente coincide con la nazionalità (e lingua ) iraniana e quindi naturalmente lo sciismo coincide con la identità  nazionale anche se in realtà lo sciismo  non ha origine nel mondo iraniano ma in quello arabo:  infatti i grandi santuari e i luoghi di culto sciita si trovano in Iraq in ambiente tutto arabo. Un altro gruppo in cui  la sciismo  e etnia coincide è quello di  in Afganistan degli Hazara    di origine mongola ( si ritiene) che sono tenuti ai margini e talvolta perseguitati  come ai tempi dei talebani

La cristallizzazione fa si che in pratica non è possibile che ci siano conversioni religiose fra sciiti e sunniti e ogni conflitto quindi è la premessa di un prossimo conflitto  perchè  la parte perdente aspetterà l’occasione favorevole per la rivincita,  innescando un processo infinito che puo essere solo arrestato dalla sterminio o dalla pulizia etnica della parte sconfitta, tragedia certo da evitare e comunque  in genere nemmeno contemplata.  Nei conflitti pertanto fra sciiti e sunniti  non ci sarà mai  un vincitore  ma solo semplicemente un compromesso: la ragionevolezza  vorrebbe allora che il compromesso fosse preso prima  di ricorrere alla forza ma non sempre, anzi quasi mai gli uomini sono ragionevoli  quando scoppiano gli odi e le rivalse  ( si veda le nostre due guerre mondiali ).  In  verità lo scontro aperto e sanguinoso fra sciiti e sunniti nel passato raramente è divampato in modo cosi aperto  come ora. Le due fazioni islamiche  in genere hanno convissuto senza troppe difficolta: i conflitti sanguinosi  fra le varie confessioni sono state nel passato una caratteristiche del mondo cristiano, dalle eresie cristologiche alle eresia medioevali fino allo scontro fra cattolici e riformati che desolò tutta l’Europa  per oltre un secolo  con diramazioni che arrivano fino ai nostri tempi: si pensi ai contrasti in Irlanda  fra cattolici e protestanti ( detti orangista, nell’Ulster) che solo negli ultimi anni pare ricomporsi ( ma mai completamente ) Fino ai tempi di Khomeini la differenza non sembrava poi tanto  importante : infatti nella sua lotta contro il grande satana  (cioè la immoralità e l’ateismo dominante l’America e l’ Occidente ) Khomeini intendeva unire tutto il mondo islamico al di sopra delle differenze confessionali. La guerra fra Iraq e Iran non era vista come una guerra fra sciiti e sunniti ma fra un islam fondamentalista (integralista)  e una islam moderato e laico   di ispirazione occidentale dei regimi nazionalisti ( che per altro    guardavano  a Mosca politicamente)  Gli sciiti dell’Iraq non fecero affatto causa comune con gli iraniani  malgrado i contrasti molto forti con i sunniti che dominavano il paese, fin dalla fondazione   

 

Caratteri degli sciiti

 

La fazione sciita  nasce nel contrasto alla successione del profeta Maometto: alla sua morte  nel 632 furono  designati  in successione,  tre califfi (successori) non parenti di Maometto ma una parte dei fedeli riteneva che la successione spettasse però ai familiari di sangue di Maometto (Ahl al-Bayt.; la gente della casa), rappresentati da Alī ibn Abi Tālib, cugino a genero del  Profeta, avendone sposata la figlia Fatima e dai loro discendenti che erano quindi anche discendente di Maometto per linea femminile che pero era poco considerata  nelle tradizioni arabe del tempo ( e anche dei nostri, per la verità) . Nel 656 Ali fu effettivamente nominato come quarto califfo ma fu assassinato poco dopo: il potere  passò allora agli Omeyyadi, governatori della  Siria. Uno dei figli di Ali,.al-Usayn ,cercò  di rivendicare il potere ma  fu ucciso con 72 seguaci a Kerbela  nel 680: a ricordo di questo episodio si celebra la Ashura  Fino a qui quindi una semplice disputa dinastica  e non l’unica e forse nemmeno quella  più importante nella successione ma da questo episodio che sarebbe  rimasto quasi sconosciuto  nacque un movimento che tuttora, dopo 13 secoli divide drammaticamente tutto il dar el islam ( mondo islamico) 

Seguirono infatti altri discendenti pretendenti alla successione , in tutto dodici “iman” a partire da Ali. l’ultimo dei quali fu Muhammad ibn al-Hasan, detto al-Mahdī (l’inviato) morto nell' 874 ma i suoi seguaci affermarono che  non era morto ma era stato  solo occultato  per tornare sulla terra a instaurare il regno di Dio alla fine di tempi.  Una credenza innovativa e diciamo dirompente per il mondo mussulmano

In effetti gli sciiti elaborarono una loro interessante dottrina che per molti versi ricorda quella della  “civitas dei” di S. Agostino

 Essi sostengono che dopo Maometto non è possibile sulla terra una comunità veramente “giusta”  secondo i dettami della legge di Dio. La morte di al-Husayn. non è semplicemente un episodio di una banale  lotta dinastica ma assume un significato universale e metafisico: è la dimostrazione che il bene non può trionfare su questa terra e al Hausayn che preferisce morire  con i suoi seguaci invece di arrendersi al male  è il martire, per eccellenza , la testimonianza della malvagità degli uomini che non permette la società  veramente giusta.  Da qui la dottrina del “nascondimento”: solo alla fine dei tempi al Husayn  tornerà sulla terra per fondare la società veramente giusta. Abbiamo quindi un pessimismo simile a quello cristiano di S. Agostino: nel mondo vi è il male: esso resterà sempre indissolubilmente intrecciato con il bene fino alla fine dei tempi quando il mondo sarà redento dal ritorno di  al Husayn ( in S. Agostino, dal ritorno dl Cristo che separerà il bene dal  male). In questa cornice dottrinale  la Ashura non è la semplice rievocazione di un fatto storico avvenuto tanti secoli fa ma è il lutto per il male che è nel mondo, ora come allora, ed in ciascuno di noi:  la penitenza dolorosa con flagellazioni e ferite è la espiazione del male, la penitenza. Analogamente  nel nostro Venerdì Santo si ricorda non solo la passione di Cristo ma il male che c’è nel mondo che richiama alla penitenza: nelle tradizioni medioevali giunte in qualche luogo fino a noi ( come a Guardia Sanframondi)  vi sono flagellazioni simili a quelle degli sciiti: il battente espia il male che è anche in se stesso, nei propri  peccati 

In questo  complesso  ideologico  lo stato è  necessario per reprimere il male che è nell’uomo (“remedium carnis”, diceva S. Agostino) ma non può istaurare una società veramente giusta,  Da questo si ricava che il potere civile deve esser distinto da quello religioso ; solo con il ritorno dell’ “iman” al Husayn  i due poteri si congiungeranno  in una unica persona, diletta da Dio.  Gi sciiti quindi, come S. Agostino e anche Lutero, inclinano per l’obbedienza allo stato anche se esso è, per sua natura, imperfetto

A questa dottrina si affianca anche prassi religiosa diversa Ci sono alcune regole diverse ma sono di scarsa importanza : il punto fondamentale è che gli sciiti hanno luoghi di culto, manifestazioni religiose  che non sono rivolte direttamente al culto di Allah ma  ad  al-Husayn e altri personaggi considerati santi La ashura che è la festa principale, come detto, ricorda il sacrificio dell’Iman  Si crea qualcosa di simile al culto dei santi dei cattolicità: il fedele non  mette assolutamente in dubbio  la unicità e onnipotenza di Dio ma in realtà nelle preghiere ci si rivolge ai santi o alla Madonna  perchè  intercedano presso Dio  Da qui la grande importanza che hanno i santi protettori, la Madonna, nel medio evo le lotte a volte violente per il possesso delle  reliquie   e simili pratiche. Nella  Riforma Protestante  tutte queste pratiche furono considerate devianti, pagane e  abolite  Tutto un mondo religioso infatti crollò allora Nel mondo protestante,  a prescindere dalle differenze dottrinali  non sempre  chiare e in fondo poco note,  è la prassi quello che lo differenzia dal  cattolicesimo. Se ci rivolgiamo al comune fedele  difficilmente  questi ci saprà dire quali principi teologici e dottrinali   differenzino cattolicesimo e protestantesimo ma tutti  vedono che nelle chiese cattoliche abbondano   di icone  di santi e della  Madonna che sono del  tutto assenti in quelli protestanti

Ora l’islam a si identifica con  muwahhidum (sostenitori dell’unicità di dio)  con un monoteismo assoluto  e intransigente che caratterizzerebbe la loro religione a differenza del cristianesimo che invece  adora  la trinità 

Gli sciiti appaiono quindi dei pericolosi eretici  cosi come sembrarono i cattolici rimasti fedeli la papa nel mondo protestante( è vero anche il contrario naturalmente)

 

Scontro coni wahabiti

 

In tempi recenti il radicalismo islamico sunnita rappresentato dai wahabiti ha riacceso uno scontro dottrinale che nei secoli sembrava sopito  

Il movimento fu fondato da  Muhammed Ibn Abd al-Wahab (1703-91) con l intento di un ritorno alle origini, ai Sahabah (immediati seguaci), alla purezza dell'insegnamento dell'islam non contaminato con le tradizioni dei vari popoli, dai compromessi con le esigenze politiche ed economiche, un ritorno ai tempi dei primi califfi, alle prime generazioni.
Egli si oppose a un islamismo popolare, intriso di tradizioni locali se non addirittura di magia pagana. Condannò rigidamente l'iconografia, la intercessione di personaggi ritenuti santi, in particolare il culto delle tombe e ogni innovazione di culto posteriori alla predicazione coranica.
Conseguentemente oltra a varie tendenze come  o meno eterodosse come gli alawiti, gli islameliti, i sufi vide negli sciiti il principale nemico  a causa  delle  loro  pratiche e teorie  empie.

el Wahab convinse al suo credo, fra gli altri,  l’emiro Muhammad bin Saud, e furono cosi conquistati   i luoghi santi, Mecca e Medina dove, secondo i dettami del movimento furono distrutti i monumenti di Khadija (sposa di Maometto), di Abu Bakr (primo califfo) e di Ali ( quarto califfo, il primo dei docici Iman riconosciuti dagli sciiti).Quindi si rivolse contro gli sciiti e nel , nel 1802 attaccarono la città sacra degli Sciiti , Kerbala e saccheggiarono il mausoleo più sacro, quello dell’Imam Husayn

Per i suoi sanguinosi eccessi il movimento fu poi combattuto dall'impero turco e da Mehemet Ali, kedive d'Egitto che riconquistò i luoghi santi. Dopo il crollo dell’impero Ottomano tuttavia i wahabiti riemersero nella storia e il trono di Arabia fu assegnato alla famiglia dei ibn saud ( donde il nome di Arabia Saudita). Da allora non solo l’Arabia fu governata da wahabiti ma il movimento potè espandersi in tutto il mondo mussulmano e anche nei residenti in Occidente soprattutto grazie ai cospicui  finanziamento dell’Arabia Saudita che sono presenti un poco in tutte le fondazioni islamiche sparse per il mondo. Poichè il wahabismo era movimento tutto interno all’ambito islamico esso non entrava in conflitto con l’Occidente e pertanto il regime wahabita è rimasto fedele alleato degli USA.
Ma una parte di esso, in anni recenti, ha visto anche nelle usanze occidentali che andavano diffondendosi nel dar el islam una allontanamento dal salaf (originario, dei tempi di Maometto)  Questo fatto comporta una spaccatura: una parte dei Wahabiti pur affermando la purezza dei primi tempi non per questo vede l’Occidente come nemico e un’altra parte che invece vede come maggiore eresia il bida (novità) proprio nel diffondersi della cultura occidentale e quindi considera quest’ultimo come il principale nemico più ancora che le altre correnti eterodosse dell’Islam stesso

Ma comunque nel  rinnovarsi dell’ortodossia della  muwahhidum (  unicita di Dio) gli sciiti  sono  i nemici fondamentali i: Il jihadismo di ispirazione wahabita vede quindi gli sciiti ( come i sufi,  Alawiti e altre tendenze eterodosse) come dei pericolosi eretici  ( il termine eretico non esiste nel mondo islamico;: si dice quindi  infedeli, apostata e   altri  termini del genere )

In questo contesto  non solo i jihadisti ma anche la stessa Arabia  Saudita si sentono quindi in lotta con gli sciiti e loro alleati   come difensori del vero islam.

 

Altre confessioni  assimilate  agli sciiti

 

Il conflitto  in atto ha fatto si che alcune sette religiose  non propriamente sciite e in lotta con  i sunniti sono stati considerati  loro  alleati e assimilati ad essi anche se di diversa confessione

 Attualmente i piu importanit di essi sono due :gli  zaidisti e gli Alawiti 

Zaydismo

Gli sciiti di cui abbiamo finora trattato  sono detti  duodecimani  perche arrivano fino alla  dodicesima successione degli iman. Ma altri si riferiscono ad altri iman precedenti: fra questi gli zaydisti  attualmente diffusi in  Yemen  e Arabia saudita .

Fanno  riferimento a  Zayd ibn ʿAlī ibn al-Ḥusayn, uno dei figli del quarto iman che insorse contro il potere gli omayyade a Kūfa nel 740 d.C. dopo il massacro di Kerbelāʾ ma fu sconfitto ..

Tuttavia i suoi seguaci diffusero la opposizione agli Ommeyadi con un programma  di equità sociale, di difesa dei più deboli .  Non hanno pero assunto le credenze propria  degli sciiti nel ritorno dell’iman e quindi non sono molto diversi dai sunniti ma comunque  la loro confessione religiosa  determina una identità  della comunità   che la  fa  distinguere  orgogliosamente dai propri vicini sunniti.

Essi sono divenuti determinanti per la formazione  del movimento Huthi Questo non si proclama propriamente un movimento  zaydista, anzi rifiuta la identificazione, ma in pratica i loro aderenti sono  appartenenti  a questo credo religioso. Il loro nome deriva da quello del loro primo comandante Ḥusayn Badr al-Dīn al-Ḥūthī, ucciso dalle forze armate yemenite nel settembre del 2004

Tanto basta per mantenere tutto lo Yemen in un conflitto infinito che coinvolge ai confini anche la Arabia  Saudita ed è uno dei punti più  caldi dell’attuale conflitto  fra sciita e sunniti

Alawita

  Gli alawiti costituivano una setta  spesso perseguitata dalle  autorità: le loro  credenze e pratiche religiose restavano alquanto nascoste, misteriose in quanto  sono disponibili solo per  pochi iniziati ma si sa  che ha alcune dottrine lontane  dell’Islam : vi sarebbero presenti credenze quali  trasmigrazione dell’anima, la reincarnazione, la divinità di Ali ibn Abi Talib – il quarto califfo e cugino del Profeta– e una santa trinità che comprende Ali , Muhamad e uno dei compagni del profeta, Salman al Farsi

Con il mandato francese sulla Siria e la laicizzazione che comportò   la equiparazione di tutte le d fedi  religiose in campo politico . gli alawiti discesero dai monti nei quali si erano sempre  rifugiati e  man mano riuscirono a prendere tutto il potere in Siria guidati dalla famiglia degli Assad con i quali praticamente finirono con identificarsi   Questo fatto ha  in pratica illanguidito le loro credenze religiose e si è detto che hanno conquistato il paese ma hanno perso  la loro anima.  In effetti il potere degli Assad e dgli alawiti ha il merito storico di aver  laicizzanto il  paese , di aver  emancipati  tutte le tante comunità religiose. In Siria  i sunniti costituiscono il 65 per cento, mentre il resto e rappresentato da cristiani di molte professioni diverse. Ismailiti drusi, sciiti, e altri gruppi minori ancora Forsegli   alawiti costituiscono il 10%

Gli Assad hanno represso con inflessibilità e diciamo con ferocia ogni tentativo  di integralismo islamico e in questo ha il favore delle  minoranze  religiose non solo degli alawiti che vedono con terrore un possibile prevalere di un radicalismo sunnita.  Gli iraniani hanno considerato gli alawiti come una  corrente degli sciiti  ma in realtà essi sono abbastanza lontani non solo dagli sciiti malgrado qualche elemento in comune ma anche dall’islam in generale ed inoltre professano per motivi politici un laicismo spinto che è poi la ragione del loro successo.

 Ma tutto questo  si è risolto nella  estrema rovina del paese  un tempo fiorente