|
I 19 anni della gara
di Delia Socci Skidmore
Quest’anno abbiamo
celebrato 19 anni della gara dei vini fatti in casa in
commemorazione del mese di ottobre mese culturale italiano in
memoria del grande
La gara dei vini comincio`19 anni fa, un giorno di luglio sotto una tenda in occasione dell’annuale pic nic sui verdi prati del Italian Center. Fu l’ex sindaco di Stamford, Stanley Esposito ad iniziare una tradizione che e`cresciuta immensamente in popolarita`e numero di partecipanti. Stanley Espostito, nato in America e discendente da famiglia italiana, da piccolo aveva imparato l’importanza delle tradizione fra gli italiani d’America tra le quali, e alcuni dicono la piu importante, il vino fatto in casa. Stanley sapeva che
gli italiani facevano ancora il vino col vecchio torchio che
avevano portato con loro tanti anni prima e custodito per
generazioni. C’erano italiani che ancora disponevano di un
piccolo vigneto adiacente alla casa. Il padrone custodiva
Mr. Esposito penso`che sarebbe stato bello unire l’ utile al dilettevole, se gli italiani avessero insegnato alle nuove generazioni come si fa il vino “the old fashion way”, come usualmente si dice tra noi e preservare questa tipica tradizione nostrana. La Federazione Laziali d’America a cui appartengono i clubs locali prese l’iniziativa di organizzare la gara e dopo 19 anni continua ancora. Eravamo in pochi
allora sotto la tenda riparati dal sole, i pochi vini in
bottiglie a disposizione del pubblico erano segnati con il nome
del proprietario. I presenti In appresso l’attivita`si sposto`dentro, nella grande sala del Centro Italiano, e programmata per il mese di Ottobre durante le celebrazioni del mese della cultura italiana. Fu allora che la competizione fra i “vinaioli” divento`piu`competitiva ogni anno che passava e gli assaggiatori piu` numerosi, per questo fu necessario cambiare la programmazione dell’evento. Prima cosa si dovevano avvertire altri clubs e organizzazione di partecipare.
Ora pero`,avendo dato una carattere formale `all’evento, bisognava fare le cose per bene, i vincitori dovevano essere premiati : primo, secondo e terzo premio per il rosso e lo stesso per il bianco. Ma cosa donare e dove prendere i premi: questo il problema Seguirono riunioni, ci scambiammo idee, ma siccome la competizione fra noi e`forte e tutti vogliamo far prevalere la nostra volonta`, senza riguardo se e`la migliore, ai primi incontri si concluse poco. Prima di aggiornare consigliai a tutti di tornare alla prossima riunione con chiare idee e precisi suggerimenti. Finalmente
prevalsero un paio di teste piu`calme e si decise di
rivolgerci ai I business risposero con entusiasmo e i premi per i vincitori furono assicurati. Intanto vado a visitare il mio cugino Giovanni che ha il torchio, quello che si porto` dall’Italia tanti anni fa. Me lo fece vedere mi mostro`come funziona. Lo interrompo, so benissimo come si usa, mia nonna aveva uno molto piu` grande e in tempo di vendemmia, lo metteva a disposizione dei paesani che volevano pressare l’uva dopo pigiata. Gli racconto che da piccola volevo aiutare nonna a pressare, mi attaccavo alla leva di ferro che si doveva girare da destra a sinistra per pressare sulla piattaforma di legno. Il guaio era che ero troppo piccola i miei piedi non toccavano il pavimento e rimanevo sospesa. Mammarosa mi abbracciava mi posava giu`e mi diceva : va a pazzie`colle compagn`. Andavo, mentre lei continuava a pressare fino a sera. Il giorno dopo ritornavo ad “aiutare” la scena si ripeteva e andava cosi fino alla fine della vendemmia . Io ero convinta di essere di grande aiuto per mia nonna. Giovanni ride divertito alla mia storiella.
Fara` tutto lei, mi dice, tu interessati degli americani. Mia cugina emigro`tanti anni fa ma non ha mai imparato una parola di inglese. Si esprime in gesti e qualche parolina mericana italianizzata, in compenso, sa tutto della citta`dove vive e non si sente per niente a disagio. Mi metto in contatto anche con Tina, che gestisce il gruppo folcloristico di “ pacchiane” di Minturno che danzeranno balli tradizionali, Tina accetta l’invito di partecipare. Bisogna informare
chi legge che noi facciamo tutto il lavoro, le preparazioni e Arriva il giorno della gara, sui tavoli le bottiglie di vino sono allineate e inserite nelle buste , il rosso su un tavolo e il bianco a un altro. Il nome dei partecipanti e`stato sostituito con un numero: gli assaggiatori voteranno per il numero corrispondente al nome che verra`rivelato alla fine della serata quando si tirano fuori le bottiglie dai sacchetti. Le donne in
costume sono pronte dietro il bancone e si preparano a versare.
lo spettacolo inizia, Bruno, il nostro musicista suona e canta.
Prima entrano in sala le pacchiane sventolando solennemente le
bandiere dei due Stati seguite da altri
Osservo le file di assaggiatori e noto che alcuni di loro appena finito si rimettono di nuovo in fila e tornano una seconda volta. E`da domandarsi se votano piu`di una volta e se per lo stesso numero. Mah`. Alla fine, dopo
che tutti hanno assaggiato e votato,al rullo dei tamburi si
chiamano i nomi dei concorrenti che si fanno avanti sorridenti
a testa alta accompagnati da un sonoro battimano. Il
sindaco della citta’,
Dannel P. Malloy
, onora i vincitori con medaglie della
amministrazione comunale e proclamazioni, noi con i regali.
Finita la cerimonia i presenti si complimentano con gli
organizzatori per “job well done”.
Si fa tardi siamo stanchi e ci prepariamo ad andarcene. Ma ci illudiamo: alcuni partecipanti alla gara si avvicinano a me e con viso serio mi parlano della gara. Uno in particolare era sicuro che i voti non sono stati contati bene oppure qualcuno sapeva quale era il suo vino ed ha avvertiti gli amici di votare per quel numero altrimenti come poteva lui vincere ed io perdere? Cosi disse. Cerco di spiegare che sarebbe impossibile con tanti vini a disposizione . Ma siamo italiani ,ci piace gareggiare fra noi ma non ci piace perdere. Logicamente l’unico modo di vincere qualsiasi gara è quello che deve perdere un altra persona . La logica qui non c’entra, dice ci va di sotto il nome di un galant’uomo conosciuto per tutta la citta`per il suo ottimo vino. Annuisco col capo, mormoro qualcosa e frettolosamente esco. Fuori l’aria e`fresca, il cielo stellato la mia macchina e`pronta, a casa mi aspetta il dolce riposo. Gli anni seguenti attirarono piu concorrenti e anche piu`spettatori. Da pochi passanti sotto la tenda anni fa, siamo arrivati a circa 400 spettatori non considerando il numero degli organizzatori.
Si decise che il prossimo anno avremmo fatto prenotazioni e non accettare piu` di 300 ospiti. Avete indovinato vero? Molti vennero senza prenotazioni e furono accettati lo stesso. Il culmine per i “vinaioli “quest’anno e` stato quando una donna ha vinto terzo premio per il rosso e il terzo per il bianco. La vincitrice e` poco conosciuta e quella sera non era presente. Per lei accetto` una sua parente. Ci furono le solite lamentele e accuse, uno dei concorrenti dichiaro`che lui non avrebbe piu`partecipato alla gara. Borbotto` qualcosa e se ne ando`. Bruno continua a
cantare e suonare , invita i presenti a ballare. Noi organizzatori Uno dei “vinaioli”ci offre un bicchiere del suo vino di sapore molto gradevole . Restammo a ciarlare un bel po, poi uscimmo tutti in gruppo cantando ad alta voce sotto il cielo stellato. Veramente strano, era mezzanotte, in America queste scene sono rarissime Avevamo forse bevuto più di un bicchiere? NNon n mi ricordo, ma la stanchezza non la sentivo piu`.
D
|