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La secessione della Padania

 

Giovanni De Sio Cesari

 

ITALIA E EMIGRANTI

 Per gli italiani  di America l’idea che la secessione delle regioni del nord (la cosi detta Padania) possa far sparire l’Italia come nazione appare del  tutto assurda e incomprensibile. In genere l’emigrante non conosce l’Italia se non il piccolo centro da cui è partito, molto spesso non conosce nemmeno bene l’italiano ma più  comunemente il dialetto della  sua terra  E’ partito prima che la TV, la scolarizzazione di massa , il benessere diffuso facessero si che tutti parlassero l’italiano, che si facessero vacanze e viaggi per tutto il paese. Tuttavia il mondo da cui è partito aveva  fra le proprie certezze fondamentali  che l’Italia è una e indivisibile,  che Garibaldi, Mazzini e gli altri grandi che fecero l’unità italiana fossero puri eroi intangibili e indiscutibili. Lontani dalla madre patria il senso della italianità si è poi approfondito: benchè provenissero da terre diverse e parlassero dialetti diversi, tuttavia, di fronte agli  “altri” essi si ponevano come “Italiani”, i compatrioti di Dante e  Macchiavelli, di Michelangelo e di Cristoforo Colombo.

E’ mai possibile che l’Unita d’Italia sia in pericolo, che gli Apostoli della indipendenza non fossero i grandi eroi che ci insegnarono da bambini?
 In questo articolo vorrei rassicurare, però, gli italiani di America  che in realtà non c’è nessun  pericolo  che l’Italia possa effettivamente dividersi e sparire  tagliando  loro anche le radici in  cui hanno sempre   creduto

 

IL PROBLEMA

Il problema  è stato posto una ventina di anni fa dalla  Lega fondata  e tuttora guidata da Umberto Bossi che cominciò a parlare di Padania  (cioe del fiume Po, Padus in latino) per indicare le regioni del nord. La questione ha una base reale: per motivi storici  e geografici (vedi : La  questione meridionale) vi sono  grandi differenza economiche il fra il nord e il sud: non per niente la emigrazione, tranne che all’inizio, per qualche decennio nell’800, è quasi tutta di origine meridionale.  Le regioni del nord si trovano a un livello economico paragonabile a quello medio della  Germania e degli Stati Uniti, uno dei più alti del mondo. Il sud invece si mantiene a un livello molto più basso, vicino a quello medio di altri paesi del sud Europa come la Grecia, il Portogallo. la Spagna (reddito medio :  Lombardia : € 22.540,  Calabria: € 13.470)

Consideriamo ora  l’effetto della funzione distributiva dello stato moderno: attraverso le imposte lo stato preleva una  consistente parte dei reddito  (quasi  il 43%, attualmente) e lo ridistribuisce  secondo  i bisogni dei cittadini. In questo modo lo stato toglie ai ricchi e da ai poveri: se i cittadini piu ricchi stanno al nord e i più poveri al sud questo significa che  un flusso di risorse passa dal  nord al sud. Il Nord allora si sente sfruttato e pensa che sarebbe molto vantaggioso liberarsi dal sud

La differenza economica comporta anche altri fenomeni correlati. Per fare qualche esempio: la pressione dei  disoccupati porta al clientelismo (si cerca lavoro attraverso l’appoggio del politici), l’eccesso di personale   nelle amministrazioni locali, l’assistenzialismo (la continua ricerca di aiuto pubblico ), il lavoro nero con una massiccia evasione fiscale, anche   inefficienze e distorsioni ( la spazzatura di Napoli)

Una soluzione individuata, e più o meno largamente accettata, è il federalismo fiscale e solidale:  ciascuna regione amministra le   risorse che ricava dal proprio territorio, anche all’occorrenza imponendo proprie tasse,  ma comunque  partecipa alle spese generale e all’aiuto solidale verso per le regioni più povere. Si salva comunque la unità dell’Italia   che si trasformerebbe in un paese federale ( come gli USA). Senza togliere le risorse essenziali si responsabilizzerebbe cosi   la classe politica delle regioni più povere dove spesso   la spesa locale è fuori controllo: quando enti locali (comuni, provincie unita sanitarie) finiscono nei debiti alla  fine lo Stato non può fare a meno di intervenire  perche non è pensabile che essi possano realmente fallire come un  impresa  privata. Inoltre ci sarebbe  un ordinamento  economico e giuridico più adatto alle esigenze  delle singole regioni  mentre quello nazionale non è adatto a realtà socio economiche tanto diverse  E’ la versione moderna di quella ampia autonomia che molti auspicavano al compimento dell’unità d’Italia: si scelse invece un rigido centralismo estendendo  a tutta l’Italia  ordinamenti e leggi che erano calibrati sul Piemonte e sull’Italia del nord in genere: questo fatto fu esiziale per il sud impoverendolo e scatenando fra l’altro il brigantaggio,  represso sanguinosamente con massicce operazioni militari.

 

 La lega sotto la guida rozza  e semplicistica di Bossi e della vecchia guardia leghista, impreparata e ignorante, ha posto invece  la richiesta  di una  secessione basata su argomenti inconsistenti  e fantasiosi

 Innanzitutto non esiste una “Padania” che è una pura invenzioni propagandistica. Le regioni del nord sono tutte diverse: economicamente il nord est è caratterizzato da piccole imprese, il nord ovest dalle grandi industrie, l’Emilia da una industria di trasformazione di prodotti agricoli.  Non esiste una lingua  padana ma tanti dialetti  diversi Anche le regioni del nord storicamente non hanno  mai costituito uno stato. Anche i confini sono estremamente incerti perche anche una parte delle regioni del centro (Marche, Umbria Toscana) partecipano al benessere delle regioni del nord.

 La Lega spesso prende spunto da una presunta origine celtica: Bossi è giunto fino al punto di creare una specie di culto pagano primitivo del fiume Po: ogni anno una ampolla di acqua viene prelevata dalla  sorgente e versata nella laguna di Venezia: una assoluta scemenza

 Il fatto che l’Italia del nord  fosse nell’antichità  preromana abitata dai Celti non significa affatto che gli attuali abitanti  del nord abbiano qualcosa in comune con essi:  sarebbe come dire che ,poiche nell’antichità  Napoli era abitata da Greci, i napoletani moderni sono greci.

 Si aggiungano a  questo, pregiudizi  di ogni genere verso i meridionali fantasiosi sciocchi e ridicoli del tutto privi di base ed frutto di profonda ignoranza.

 Tutto questo ha portato la lega di Bossi a rivendicare non solo il federalismo fiscale  ma anche la secessione della Padania  La Lega quindi oscilla fra una richiesta massimalista della secessione a una piu realistica del   federalismo.

Ma se il federalismo  come abbiamo visto  è realistico, la  secessione è del tutto fuori della realtà, come di  seguito chiariremo. 

 

LA SECESSIONE

Dobbiamo distinguere chiaramente federalismo e secessione che sono cose del tutto diverse  che non possono essere confuse insieme: chiariamo  perciòdi cosa stiamo parlando  

Bisogna innanzitutto  prendere atto che la Lega da sola non ha la forza elettorale per potere cambiare l’assetto politico: essendo un partito presente solo al nord la Lega non può avere la maggioranza nel paese.  Pertanto la Lega può raggiungere dei risultati   solo se si allea  con altre forze politiche, accettando i necessari compromessi: la secessione in questo caso è del tutto impossibile perche nessuna forza politica a livello nazionale può accettarla

Ne  è minimamente pensabile ricorrere alla  forza: di guerriglia o peggio terrorismo non se ne deve nemmeno parlare.

Con le alleanze in verità fino ad ora  non ha  ottenuto molto. Tuttavia un processo era ben avviato nell’ alleanza di governo con Berlusconi quando, prima la defezione di Fini e poi la crisi finanziaria, ha paralizzato il governo e poi lo ha mandato all’aria. Tuttavia, se con  le alleanze non si ottenuto nulla, però è possibile che si ottenga molto. Invece con l’isolamento consequenziale a una richiesta di secessione non solo non si è ottenuto nulla ma non è nemmeno possibile ottenere nulla:  questo è il punto che bisogna  realisticamente considerare.

 Un anno di isolamento  puo fare anche bene alla Lega: ma alle prossime elezioni  o trova alleati e rimane emarginata

L’ isolamento duro e puro può  aumentare voti e poltrone ma sul piano politico nazionale non  porta da nessuna parte  come è apparso chiaro anche negli anni 90 quando la Lega abbandonò l’alleanza con Berlusconi chiudendosi in un isolamento dal quale dovette emergere con il ritorno all’alleanza  con Berlusconi 

 

La secessione è tutta un’altra cosa dal federalismo. In genere avviene negli stati federali con un voto unanime del parlamento locale: se gli altri stati non si oppongono (Cecoslovacchia, Urss)  tutta va bene, in caso contrario si rischiano tragiche guerre ( Guerra Civile Americana, Yugoslavia, Cecenia) Ora l’Italia  NON  è uno stato federale: il cosi detto “parlamento padano” è solo una assise di un partito di minoranza che non solo non ha nessun potere giuridico  ma nemmeno puo pretendere di rappresentare TUTTO il nord

Perchè allora si possa porre il problema della secessione ( dico: porre il problema non avere la secessione che è un’altra cosa) occorrerebbe che nella Padania  vi fosse  almeno una quasi unanimità in questa richiesta:I partiti autonomisti debbono avere  una  schiacciante  maggioranza nelle loro area  per poter  parlare a loro nome

Osservando   il quadro dei risultati elettorali della Lega si vede che negli ultimi venti anni ha avuto delle oscillazioni ma in realtà si è sempre mantenuta  fra il 5 e il 10% dei consensi sul piano nazionale sia che  abbia sostenuto la secessione o il federalismo .

In alcune aeree la lega raggiunge anche la maggioranza ma poiche non è possibile  creare la repubblica di una sola  provincia o di un solo circondario   dobbiamo considerare TUTTE le regioni del nord ( Emilia compresa). In oltre 15 anni i risultati elettorali della Lega hanno avuto delle oscillazioni ma sono lontanissime dal 50% del nord D’altra parte non basta affatto il 50% +1 oper chiedere la secessione : a prescindere dagli aspetti costituzionali ( che sarebbero pure  superabili) per porre un problema di secessione occorre avere una quasi completa unanimità (almeno oltre l’80%)  (come in Croazia, Slovenia, Slovacchia)

Non è pensabile  che la Lega possa raggiungere questi risultati in questa generazione

Insomma bisogna realisticamente prendere atto che solo una minoranza dei padani vuole la secessione : che piaccia o meno  questa è la realtà

 

 

LE  MINORANZE

Talvolta i leghisti fanno l’esempi degli alto atesini ( e altre minoranza europee) che pure essendo una piccola  minoranza hanno ottenuto una ampia autonomia: ma le due situazioni sono assolutamente non confrontabili

Nell’Alto Adige  vi sono due comunità: quella di lingua tedesca che vorrebbe, all’unanimità, tornare alla madre patria austriaca e quella italiana che altrettanto all’unanimità vuole restare  in Italia :si è trovato un compromesso con l’ autonomia ( non la secessione)
 Non esistono in Padania due  comunità distinte, ciascuna delle quali all’unanimità vuole  una cosa  diversa  ma una sola comunità divisa fra quelli che vorrebbero la secessione (minoranza) e quelli che non la vogliono (maggioranza) 

Poi ancora :

·        la autonomia alto-atesina è in sostanza rivolta al rispetto delle lingua  e cultura tedesca: la Padania NON E’  una minoranza alloglotta

·        Si tratta  di una piccola comunità periferica : la Padania è la parte piu importante dell’Italia.

·        Economicamente   Bolzano non da nulla all’Italia mentre la Padania è fondamentale per la esistenza stessa dell’Italia 

 Discorsi simili si possono  fare per le tante piccole minoranze alloglotte che si trovano in molti paesi europei.

 

Non esistono nella storia recente ( e nemmeno meno recente) esempi che si possano rapportarsi  alla secessione della Padania

Consideriamo  che la politica è l’arte del possibile "qui ed ora" e  non di quello che sarebbe  bello fare se il mondo fosse diverso a quello che è

Se  quindi risultasse che la Lega  non può conseguire  risultati con alleanze  e nemmeno da sola allora la conseguenza logica sarebbe chiudere la Lega come movimento politico e continuare nell’interno dei partiti  tradizionali e nazionali: non vedo  altra  soluzione