ITALO AMERICANI

Delia Skidimore : commento

da Wikipedia

Un italoamericano è un cittadino statunitense di origini italiane. Secondo il censimento ufficiale (U.S.CENSUS Bureau) del 2000, viene stimato che quasi 16 milioni (il 5,6%) di persone residenti negli Stati Uniti abbiano ascendenze italiane e rappresentino il sesto gruppo etnico. Nel censimento non ufficiale del 2006 il numero ammonta a 17.8 milioni (6%)[1]. Tuttavia, secondo alcune importanti associazioni culturali italo-americane, le persone che possiedono una qualche discendenza italiana nella loro famiglia sono stimate in oltre 20 milioni di persone

Fino agli ultimi decenni del XIX secolo, l'immigrazione italiana negli Stati Uniti era circoscritta a poche unità. Erano soprattutto garibaldini prima ed anarchici e socialisti in seguito che fuggivano dall'Italia, provenienti perlopiù dal nord Italia, per questioni politiche.

L'emigrazione italiana iniziò intorno al 1870 ed ebbe i suoi maggiori picchi agli inizi del XX secolo, quando centinaia di migliaia di italiani, maggiormente provenienti dalle regioni meridionali, ( un numero molto consistente dalla Sicilia ) per cercare una nuova vita, nuove opportunità e soprattutto fuggire dalla miseria, si imbarcarono verso il Nuovo Mondo. Solo tra il 1900 ed il 1920 si contarono circa 4 milioni di italiani che misero piede ad Ellis Island. Per diversi decenni, il numero di coloro che a New York si potevano considerare italiani era superiore alla stessa popolazione di Roma. Occorre anche ricordare che questi italiani erano profondamente divisi tra loro dai dialetti, dal campanilismo e dalla classe sociale.

Nel 1921 e nel 1924 il governo americano promulgò delle leggi urgenti per arginare questa immigrazione massiccia (chiamate Emergency Quota Act) che riducevano drasticamente il numero di immigrati, in particolar modo dal sud e dall'est Europa, favorendo invece i nord europei. In questo modo gli immigrati italiani si ridussero a poche migliaia l'anno.

I nuovi arrivati, nonostante fossero essenziali per l'economia statunitense in espansione, subirono discriminazioni razziali molto pesanti nei loro confronti.

Durante la seconda guerra mondiale molti di essi vennero internati e le scuole e i periodici di lingua italiana furono chiusi.

A metà degli anni '60 nuove leggi statunitensi abolirono le quote d'ingresso per paese di provenienza, in questo modo l'immigrazione italiana riprese, se pur con minore intensità rispetto all'inizio del secolo. Si ridusse notevolmente a partire dagli anni '80 fino ad arrivare a poche migliaia di unità.

Negli ultimi decenni, la comunità italiana si è stabilmente integrata al resto della popolazione americana.

 Cultura

Molti italo-americani mantengono ancora aspetti della loro cultura. Ciò include cibo italiano, bevande, arte, feste annuali e una forte propensione per le famiglie estese.
Gli italo-americani hanno anche influenzato la musica popolare americana negli anni '40 e più recentemente negli anni settanta. Molto presenti anche nel cinema, nei film che trattano di questioni culturali alcuni termini italiani vengono spesso utilizzati dai personaggi.
Anche se molti non sanno parlare l'italiano fluentemente, è nato una specie di dialetto utilizzato tra gli italo-americani che si sentono ancora legati alle loro origini e ne sono molto orgogliosi; soprattutto nel Nord-est urbano, reso popolare nei film e nella televisione.

Uno studio relativo al censimento del 2000 colloca la lingua italiana al 6º-7º posto tra le lingue più parlate in casa negli Stati Uniti (1.008.370 persone)[3][4]. Nel Massachusetts (dove gli Italoamericani sono il 13,5% della popolazione) l'1% della popolazione al di sopra dei 5 anni parla abitualmente italiano a casa[5], mentre nel Rhode Island (19% di italoamericani) la percentuale sale all'1,39%[6], nel New Jersey (17,9% di italoamericani) all'1,48%[7], nel Connecticut (18,6% di italoamericani) all'1,59%[8] e nello stato di New York (14,4% di italoamericani) all'1,65%[9].

In tutte le grandi città degli Stati Uniti è facile trovare un sobborgo italiano (spesso chiamato "Little Italy"), dove si possono trovare le loro celebrazioni festive come la ben conosciuta Festa di San Gennaro a New York City, la particolare festa Our Lady di Monte Carmel "Giglio" a Williamsburg (Brooklyn), Santa Rosalia a Bensonhurst (Brooklyn); San Rocco nell'East Side di Manhattan e tante altre. Le feste italiane sono caratterizzate da manifestazioni di devozione religiosa.

La celebrazione principale a livello nazionale per la comunità italiana è il Columbus Day (il giorno in cui Cristoforo Colombo approdò in America).

Politica

Fino agli anni sessanta, gli italoamericani erano un buon bacino elettorale per il Partito Democratico statunitense. Più di recente, secondo un'indagine, una buona metà di loro vota per i Repubblicani. Gli italoamericani si sono fatti valere anche nella politica attiva, fin dai tempi della Rivoluzione Americana. Il toscano Filippo Mazzei fu uno degli ispiratori della Dichiarazione d'Indipendenza e William Paca uno dei firmatari.

Nel novembre 2010 ci fu l'elezione del nuovo governatore dello Stato di New York, i due sfidanti erano entrambi italoamericani, il democratico Andrew Cuomo ed il Repubblicano Carl Paladino. Cuomo, figlio dell'ex governatore Mario Cuomo, ha vinto subentrando così al governatore uscente David Paterson. Altri Stati importanti come il Rhode Island ed il Maine hanno avuto o hanno tuttora come governatori degli italoamericani.

 Comunità

 
 

Le maggiori comunità italoamericane si concentrano negli stati del Nord Est, specialmente nella zona definita "Tri-State Area" (tra parentesi il loro numero e la percentuale sulla popolazione di quello Stato, dati NIAF del 2000)[10]:

A Johnston, nel Rhode Island, c'è la più alta percentuale di italoamericani degli Stati Uniti: 46.7% su circa 28.000 abitanti.

Dopo l'abolizione della schiavitù, molti italiani sono giunti ed hanno lavorato i campi come "sharecroppers" nel sud degli Stati Uniti. Come risultato, oggi ci sono molti italoamericani anche negli stati Mississippi (1,4%), Louisiana e Alabama.

Gli italiani giunti negli USA crearono o s'impadronirono di molti quartieri, chiamati Little Italy, dove riunire abitudini e lingua ed in parte sopravvivere a quella parte di americani che li discriminava, il più famoso è quello di Manhattan, formatosi attorno a Mulberry Street.

 Stereotipi

La massiccia immigrazione italiana nel periodo 1880-1920 e la nascita della Cosa nostra americana, come conseguenza di una fuga forzata di intere famiglie mafiose dalle regioni d'origine, portò al nascere di un consistente sentimento anti italiano.

Le comunità italiane furono seconde solo agli afroamericani per numero di violenze e linciaggi subiti. Il caso dell'uccisione dello sceriffo David Hennessy portò al linciaggio di 11 italiani, colpevoli di avere la stessa nazionalità dei principali indagati per l'omicidio.

Oggigiorno è un diffuso luogo comune che gli italoamericani siano violenti e controllati dalla mafia, soprattutto a New York City. I motivi che spingono molta gente ad associare le comunità di origine italiana al crimine organizzato permangono anche a causa di film entrati a far parte della storia del cinema, come Il padrino e Quei bravi ragazzi, che pare abbiano impresso nella mente di molte persone una figura deviata dell'italoamericano. Secondo un sondaggio della Response Analysis Corporation, il 74% degli statunitensi adulti crede che la maggior parte degli italoamericani sia direttamente associata alla criminalità organizzata o abbia comunque avuto dei rapporti con essa.