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<THE RISE OF POPULIST SOVEREIGNISM

 

 

SOVEREIGNISM AND NATIONALISM

 

 

 

 from the rise of populist sovereignism:

The Hague  Centre for strategic studies (hcss)

 

 

Bringing the Two Concepts Together: Populist sovereignism is a new term – one that, we submit, captures core features of a phenomenon that manifests itself throughout the modern world. Some of these features have been analyzed in isolation from one another, which has inhibited a comprehensive understanding of the more fundamental phenomenon that is afoot. Observers have, for instance, labeled populist sovereignist parties in Europe ‘insurgents’76 or ‘Eurosceptics’.77 Euroscepticism follows from sovereignism, but focusing exclusively on the EU obfuscates these parties’ foreign and security policies more generally. ‘Insurgents’ is also a misnomer – populist sovereignist parties have been around for decades and, as we will show, seven parties have governing experience.

Elements of populist sovereignism have also been studied as characteristics of ‘right-wing populism’ or of ‘the populist radical right’.

conducted under those labels informs our concept of populist sovereignism, these labels do not fully capture the salient characteristics of current movements. First, the coupling of populism and sovereignism is not an exclusive characteristic of rightwing parties. Left-wing populist sovereignist parties also exist. Second, while many populist sovereignist parties are labeled right-wing because of their anti-immigrant rhetoric, the eclectic policy agendas of several, such as Italy’s Five Star Movement, defy right-left categorization.79 ‘Populist sovereignist’ is therefore a more apt term: it supersedes the left-right divide and does not restrict analysis to one institution (the EU), while it also captures the underpinning worldview that drives these parties.

 

Textbox 2.1  Why sovereignism and not nationalism?

Our use of the term ‘sovereignism’ is, admittedly, fairly unorthodox. Why did we not resort to the more commonly used term ‘nationalism’? And how do the two differ – if at all?

Nationalism has two main attributes. First, nationalism creates a common identity based on “common culture, past, project for the future and attachment to a concrete territory”. Second, it defends the idea “that state and nation should be congruent”. Based on this, the power of nationalism comes from “its ability to engender sentiments of belonging to a particular community”.80 Nationalism therefore implies a movement that seeks to make a state congruent with a ‘nation’ of people held together by a common sentiment derived from a purported common history, culture, race, or other unifying identity or category (an “imagined community”). By contrast, movements are ‘sovereignist’ if they assert that no foreign power should be able to delimit the authority of the state within its jurisdiction.

To simplify the distinction between nationalism and sovereignism, the difference between the two can be conceived of in this way: whereas nationalism primarily relates to the ‘nation’ of the ‘nation-state’, sovereignism primarily relates to the ‘state’ of the ‘nation-state’. ‘Nationalism’ and ‘sovereignism’, like ‘nation’ and ‘state’, are often (but not necessarily) linked concepts that nonetheless cannot be collapsed into each other. Nationalism gains its characteristics primarily from the unifying sentiment of an imagined community and mission of creating a state that is coterminous with the nation. Sovereignism gains its characteristics primarily from its mission of asserting or reasserting the state’s exclusive authority over its territory and affairs.

This distinction is useful theoretically – and, we argue, necessary for accurately labeling current movements as primarily sovereignist and not simply nationalist. In reality, nationalism and sovereignism may coexist

 

 

 

 

Riscoperta della identità nazionale

 

 

Giovanni De Sio Cesari

www.giovannidesio.it

 

 Sovranismo e identità

Negli ultimi anni si ricomincia a parlare  di un tema che sembrava ormai  desueto: la identità nazionali. Il revival della identità in effetti prende l’avvio da due fenomeni caratterizzanti dei nostri tempi, pieni di conseguenze: la globalizzazione e le migrazioni  A nostro parere in effetti si tratta di fenomeni economici e non ideologici  ma è pur vero che le ideologie nascono anche e forse soprattutto dalla economia

La globalizzazione non ha portato a quello stato  di progresso economico, di benessere  generale che ci sia spettava. Ha portato invece alla polarizzazione dei redditi, alla crisi della classe media, alla  precarizzazione, all’esplodere delle nuove miserie : insomma al fenomeno per cui le nuove generazioni  o meglio, una parte delle nuove generazioni vive  peggio delle  precedenti, cosa che non avveniva da secoli

D’altra parte l’immigrazione di masse sempre  più  consistenti  di immigrati pronti a qualunque lavoro e a qualunque  salario in un mondo il cui problema  essenziale è la sottooccupazione e i bassi salari rende la situazione esplosiva: esplode ,come è stato detto,  il conflitto  fra gli ultimi e i penultimi della terra.
Nasce quindi quello che viene  detto sovranismo  che si richiama alle identità nazionali: esso pero è cosa diversa dal vecchio nazionalismo.

Sovranismo nel linguaggio attuale indica una contrapposizione alla globalizzazione: rivendica cioè la sovranità dello stato soprattutto in ambito economico di fronte alle regole del  mercato globale.  Prevalentemente (Trump) ha carattere liberista  all’interno della stato  Lo statalismo economico, cioè l’assunzione di un ruolo forte nella economia delle imprese da parte dello stato invece è un aspetto caratterizzante  del socialismo con il fine della garanzia per i lavoratori e per i meno abbienti: lo stato sociale in generale (modello scandinavo ad esempio)

Lo statalismo non implica il nazionalismo: anzi la maggiore  espressione dello statalismo, il   socialismo si poneva come internazionalista mentre   i nazionalismi estremi dei vari fascismi erano regimi molto liberisti (non liberali che è altro concetto)

D’altra parte l’ingresso di masse sempre più vaste di immigrati minaccia di alterare le tradizioni proprie  dei paesi occidentali:  nasce allora lo scontro fra campanili e  minareti, del presepe a scuola. In realtà non si tratta.  come può sembrare a prima vista, di uno scontro religioso ( la Chiesa è contraria ad esso ) da di tradizioni

Nasce allora il problema di cosa sia l identità nazionale

Esiste lo stato: lo stato è cosa estremamente  concreta e precisa
La nazione  invece è un concetto molto vago e incerto : non c’è nessun criterio oggettivo per individuarlo
Non si può parlare di comunanza di mentalità : borghesi parigini e romani sono molto più vicini fra loro che agli abitanti delle banlieu o delle borgate, lingua a parte
La lingua in genere viene  indicata come discriminante : ma molti popoli hanno lingue diverse ( gli svizzeri ad esempio, in India poi decine di lingue indoeuropee e dravidiche) Una stessa persona può usare molte lingue ( gli immigranti)

Soprattutto difficile distinguere lingue e dialetti.  Il catalano è una dialetto o una lingua? Notiamo che  tutti i catalani (come gli andalusi o i baschi ) conoscono lo spagnolo ma solo i catalani il catalano. Anzi pare che una metà dei catalani usa anche in casa lo spagnolo.
Anche per quanto riguarda i curdi dobbiamo tener presente che i curdi parlano oltre i loro dialetti anche il turco o l ‘arabo o il persiano a seconda dove si trovano
Questo avviene soprattutto per la diffusione della cultura Chi conosce solo il napoletano può leggere le liriche di Di Giacomo, le commedie di Eduardo, , le canzoni note in tutto il mondo ma occorre l’italiano per leggere di scienze, di storia, di economia, di cultura insomma Con lo sviluppo della istruzione  quindi i dialetti vanno sparendo nell’uso comune sostituiti dall’italiano
Analogamente un curdo non troverà niente o quasi scritto nella sua lingua e dovrà imparare una lingua nazionale se vuole acculturarsi.

In realtà considerare il catalano o l'ucraino come lingue è stata una decisione politica La distinzione non è semplice ne univoca: anche il veneto o il napoletano sono lingue:? Ci sono vari fattori da considerare ma qui  iI problema è se una lingua di per se giustifica l'esistenza di una nazione e soprattutto la sua secessione da uno stato


Diciamo che l unico criterio concreto sarebbe la coscienza di appartenere a una nazione: il popolo italiano esiste nella misura in cui la maggioranza dei cittadini si riconosce in esso
Ma  pure  questo criterio rimane vago: soprattutto non si può pensare che gli abitanti di un paesetto, di un quartiere, di un condominio abbiano diritto a un loro stato perchè non si sentono italiani
Soprattutto noterei che le identità non si escludono necessariamente: io mi posso sentire trasteverino ma questo non esclude che mi senta pure romano, italiano, europeo, occidentale ,un appartenente all’umanità e vedere quindi in boscimani e daiachi dei fratelli

 

Dalla identita ai nazionalismi

Nell’Ottocento  i patrioti pensavano che  le identità dovessero  essere associate all antimperialismo. alla liberta, alla fraternita fra i popoli ( Mazzini)
Ma la storia mostra che le identità iniziano con quei bei principi ma poi degenerano nel loro contrario: sono stati alla base dei conflitti terribili nel secolo scorso  

Anche noi italiani abbiamo fatto una guerra tragica come nessuna prima per liberare la identità italiana di Trento e Trieste e poi ci siamo annesse il sud Tirolo e terre slave , tentammo pure con la Dalmazia ma senza successo
Tutto poi fini nelle infami foibe

Passando a tempi piu recenti dal momento in cui anche in M.O. si è cominciato a diffondere il concetto europeo di nazione-stato e non più di imperi o di Umma sono sorti molti squilibri e problemi perchè quel concetto di stato nazione non è proponibile in M.O.

Nell’esempio recente dei Curdi : nel 1918 i greci vollero rivendicare la loro identità in  Anatolia ma subito finirono con il volere quasi tutto l’Anatolia e dominare i ben piu numerosi Turchi.  I Turchi rivendicarono allora la propria identità e scoppio una tragica guerra che fini con la cacciata di tutti i greci dalle sedi dell’Anatolia in cui risiedevano dagli albori della storia ( e la cacciata dei Turchi dalla Grecia ) Se nel trattato di Sevres (anteriore alla guerra greco turca) si parlava di uno stato curdo (piuttosto vagamente per la verità) nel trattato di Losanna non se ne parlò più anche perché i Turchi avevano preso la parte dell’Anatolia abitata dai Curdi e nessuno voleva cominciare una nuova tragica guerra
Gli stessi Curdi in Siria hanno preso il controllo del Rojava (in curdo: occidente) che è abitato pero anche da Arabi e Turchi (turcomanni) Infatti a combattere sul terreno contro i curdi non sono stati i turchi ma milizie arabe loro alleate a cui non piace il predominio curdo

In particolare una nota  nella prospettiva europea attuale

Lo stato non deve essere necessariamente lo stato nazionale ma potrebbe essere anche uno stato federale europeo ( come gli Usa, india ) Ognuno dei nostri stati europei è troppo piccolo per tener testa alle grandi potenze industriali come Usa e Cina L’Europa che si era sperata era appunto un grande stato federale : purtroppo il progetto è fallito e siamo rimasti in una Europa che non ha un potere sovranazionale ma è retta dagli stati nazionali e in pratica dalla Germania e un po dalla Francia Ma i governi di quei paesi rispondono al proprio elettorato e quindi ne fanno gli interessi Se ci fosse un governo diretto europeo risponderebbe invece a tutti gli europei