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RITORNO A SETTEFRATI  

 

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LA FESTA DELLA REGINA DEI MONTI

  

Da qualche anno e` stata ripristinata la vecchia tradizione Quest’anno, dopo tanti anni, e`stata ripristinata un’antica tradizione che era durata secoli ed aveva fatto parte delle tradizionali feste e devozioni del paese.

La prima volta che si e` riportata la Statua della nostra Regina dei monti

Io non mi ci son trovata. Quando son tornati mi han detto come era stato emozionante ritornare a quella antica tradizione. Ma una cosa e` sentirlo dire e tutta un altra cosa partecipare. Questo anno avrei partecipato.

La processione comincio`come sempre con la statua dalla chiesa maggiore fino alla chiesa della Madonna delle Grazie dove viene preparata per il lungo cammino. Notai che i fedeli in processione non erano vestiti a festa come  sempre, ma molto casual e alcuni portavano anche il bastone per appoggiarsi e affrontare il lungo e difficile cammino negli irti e tortuosi sentieri rimasti allo stato naturale per tanto tempo ed ora coperti di rovi e sassi  rotolati dalla montagna.

Questa mattina il cielo e` sereno e il solleone di Agosto si fa sentire con tutta la sua autorita`. La processione si avvia seguendo la statua e la banda che suona inni festivi. La strada e` fiancheggiata da auto che si vedono affilate fin dove arrivava l’occhio. Erano pronte per portare i fedeli che non camminavano con la processione. Accompagnavano fino alla chiesa, poi aspettavano che la processione si avviava verso i tratturi che portavano a Canneto e partivano in macchina per accogliere la Madonna e corteo sulla piazzetta di fronte al Santuario.

Il giovane parroco, anche lui in vena di tradizione, aveva montato un asinello proprio come avevano sempre fatto l’abate  e l’arciprete e precedeva la statua  a volte cantando inni, a volte recitando il Santo Rosario.

Il ragazzo con alto parlante in spalla  seguiva il parroco.

Tristemente io non potei partecipare alla ardua scalata e aspettavo al lato della strada che la processione sarebbe scomparsa dalla vista.

Avrei voluto arrampicarmi alle alture ai rovi camminare sui  tratturi e seguire la Vergine come il mio animo tanto bramava. Come avevo fatto tante volte da ragazza senza alcuna difficolta`. Ma allora ero svelta e leggera e la mia primavera aveva appena iniziata. Ora e` passata anche la mia estate e l’autunno, la grande sera e` prossima. Abbasso gli occhi mesti, non riesco a trattenere le lacrime . Spero solo che nessuno se ne accorga dietro gli occhiali scuri. Sento lo stridio di ruote che si fermano accanto a me. Una voce amica mi chiama e dice: vuoi venire su?. Sono i miei amici e compagni che abitano affianco a casa. Salgo in macchina e ci avviamo verso la Rocca il piu` alto punto del cammino e luogo di sosta prima che si prende la discesa verso il Santuario. Sulla rocca c’e gia` gente che aspetta. Piu in la`sotto la tenda vendevano panini e bevande.  Forse mi aspettavo le comari col cesto pieno di delizie casarecce? Forse mi aspettavo una bianca tovaglia stesa sull’erba e noi seduti per terra a “ rasciatarci” sgranocchiando un cantuccio di pane fresco con olio e aceto e un po` di sale. Ora si chiama bruschetta e si crede una nuova invenzione. Si e` passata “a` bella staggione”  restano solo le memorie che il tempo non ha cancellato completamente. Siamo tutti ad aspettare in piedi vicino all’orlo del dirupo. Tra la folta vegetazione e le curve dei sentieri ogni tanto si intravede uno stralcio della lunga processione. Ammiro la fede di quel seguito e l'entusiasmo che li accompagna  a salire l’erta montagna.

I canti si sentono piu` vicino adesso, stanno per arrivare. Un altra svolta

attorno al guado ed ecco apparire la statua portata a spalla, il parroco su l’asinello e i fedeli seguivano. Noi che attendevamo scoppiammo in un fragoroso applauso. Una profonda emozione si notava sui visi degli astanti. Uomini e donne stendevano le mani verso la venerata Statua simbolo da secoli della religiosita` locale, il folclore del paese che lo distingue da altri paesi della valle. Il corteo si ferma e noto che a portare

la statua spalle vi e ` anche una donna. Prendono una piccola sosta poi si raggruppano per iniziare il percorso piu facile sotto l’ombra degli antichi faggi e in discesa. Noi ci avviammo in macchina per aspettare  sul sagrato davanti al santuario. Gia` lo spiazzale e tutto il prato e` pieno di gente. Schierati in fila molti sono gli stendardi di diverse diocesi venute in processione a fare gli onori a Maria. Si avvicinava il mezzogiorno e Il caldo picchiava. Alle fontanelle d’acqua freschissima direttamente dalla sorgente vi erano lunghe file . Al momento stabilito si avviarono dal  Santuario il vescovo, prelati, fedeli e chierichetti col baldacchino per andare incontro alla Madonna. Anche la banda si avvio`. La Regina dei monti fu accolta da una marea di fedeli con battimano grida, di Evviva Maria! inni e melodie.  

Sento ancora quelle profonde emozioni che ho sempre sentite sin da ragazzina. L’anima esulta tra lacrime e sorrisi amore e tristezza.     

Non sono sola vedo molta gente che sente gli stessi sentimenti.   

La Statua preceduta da vescovo e prelati, dirigenti e fedeli entra in chiesa. Segue la solenne Messa Cantata. La gente affolla la chiesa e altrettanti fuori. Al riparo l’afa non e` fastidiosa. Al termine noi ritorniamo al paese mentre altri restano a pranzo al ristorante.

Sola a casa ora, mi guardo intorno, non ci sono fornelli accesi, nessuno cucina, nessuno prepara la tavola per il pranzo festivo. La casa e` vuota il silenzio e` assordante. Sola. C’era un tempo come questo giorno la nostra casa si riempiva di parenti. Era il punto centrale  ove tutti venivano a “ fare le feste” . Era un via vai la casa risuonava di suoni allegri e risate quando i fratelli , dotati con spiccato senso di umore, ci tenevano tutti allegri. Mio padre il vino “ speciale” che teneva sempre “male repuste” appunto per questa occasione.

E non mancavano mai i piccini ai quali quasi sempre io dovevo accudire siccome ero la piu` grandicella.  Mi volto attorno come per cercarli..... accarezzarli, sorridere,  Iole, Maria, Livia , Marina, Ugo .............. ma non ci sono. Non un suono, niente.

Solo fuori la banda suona l’ultimo pezzo in piazza prima di ritirarsi per il pranzo.   

 

 

 

Delia Socci Skidmore