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LA MELFA


 

La tradizione di Silvana a Settefrati .

                  

Quando ero piccola, moltissimi anni fa  i nostri avi ci raccontavano la leggenda della pastorella Silvana ma in modo alquanto diverso di quella di padre Beda  . La nostra versione diceva che la pastorella quando le apparve la Signora e fece il miracolo della sorgente si reco`dall’arciprete di Settefrati per dirgli dell’avvenimento. L’arciprete non creddette alla storia  rimprovero`la pastorella per aver mentito e la caccio`fuori. Silvana torno`a Canneto, dove la signora l’aspettava, e le disse dell’arciprete. La Signora la mando` di nuovo in paese a dire a tutti che se la seguivano avrebbero assistito ad un gran miracolo. La gente segui` Silvana e quando arrivarono videro che nevicava solo nel punto dove la Madonna desiderava farsi edificare la chiesa e sotto la neve apparve l’immagine. Era il mese di Agosto e faceva caldo, ma in quel punto nevicava e sotto l’arida roccia ora scorreva un fiume. Il popolo che aveva seguito Silvana commossi caddero in ginocchio. Tornarono in paese e raccontarono all’arciprete quel che era accaduto. Solo allora l’arciprete acconsenti di costruire la chiesa dedicata  a Maria  Madonna  di Canneto. Ma la leggenda non finisce qui`.: il folklore paesano, dopo, aggiunse molte cose

Era d’usanza, ed ancora lo e`,di festeggiare ogni anno il 26 Luglio la festa di Sant’Anna. Allora si andava per una  scampagnata al Santuario di Canneto. Il Santuario ospita l’immagine di Santa Anna la madre di Maria di cui noi settefratesi siamo devotissimi. I preparativi per il pranzo della scampagnata si facevano la sera prima. Si preparavano cibi deliziosi e freschi la verdura dei nostri orti e la frutta di stagione. Il Santuario dista da Settefrati circa nove kilometri e ci si arrivava lungo antichi tortuosi sentieri ancora in stato naturale. Le comari si avviavano Il presto mattino ancora buio con i canestri pieni di tutto l’occorrente per un bel pranzo all’aperto sotto l’ombra dei faggi e alle sponde del fiume Melfa. Noi ragazzini seguivamo attaccati al grembiule della nonna, i piu` fortunati dentro i cestoni ai lati del somarello, io non era una di quelle.  Quando arrivati alla Rocca,

il punto piu` alto del cammino, spuntava l’alba i viandanti facevano  sosta. Posavano i canestri, si asciugavano il sudore, riassettavano il costume e si sedevano a fare colazione. Gli asinelli anche riposavano sotto l’ombra degli alberi. Da ora in poi il sentiero da percorrere sarebbe stato in discesa e all’ombra dei faggi. Arrivati al prato si cercava un posto all’ombra e vicino al fiume ove preparare il pasto. Noi ragazze aiutavamo per far presto cosi potevamo andare alla sorgente del fiume a farci comari. Al letto del fiume dove la leggenda dice che la Signora splendente era apparsa  alla pastorella Silvana ,risplendevano piccole pietre che noi chiamavamo le stellucce della Madonna. I nostri avi ci raccontavano che erano i diamanti caduti dall’anello della bella Signora quando aveva infilato la mano sotto la roccia eaveva fatto sgorgare la sorgente del Melfa. In quel punto noi eseguivamo un antico rito che si chiamava “farci comari”. Ed andava cosi: una di noi sceglieva un amica con cui desiderava farsi comare. Le due poi univano il dito mignolo ed inserivano le mani nel fiume, prendevano una “ stelluccia” pronunciavano parole, che noi credevamo fermamente di aver poteri magici poi insieme contavano fino a dieci baciavano la “ stelluccia” scuotevano le mani che ancora avevano unite col  mignolo e si pronunciavano comari a vita. Questa cerimonia avrebbe assicurato che le due ragazze sarebbero state amiche per sempre perche erano state benedette dall’acqua santa del fiume. Noi ragazze eravamo molto legate a questa tradizione e ci facevamo comare l’una con l’altra piu` di una volta. Non so quando le ragazze

hanno smesso di farsi comare.

Oggi purtroppo la sorgente di acqua limpida e freschissima non c’e piu`. Il fiume che una volta scorreva rapido e inarrestabile tra i sassi e` stato dirottato e incanalato .Al suo posto ora scorre un fiumiciattolo tra sponde e letto di cemento. L’acqua fresca e cristallina non esiste piu.` Il prato una volta tutto verde ora ospita campers, tende , capanne, fast food stand e bancarelle. La gente non piu` rispettosi dell’ambiente butta immondizia ovunque anche nell’acqua del Melfa. La leggenda della pastorella Silvana non si conosce piu`,la ricordiamo solo noi vecchiette che abbiamo vissuto tanti anni quanti il fiume Melfa. L’acqua limpida e fresca non interessa a piu`nessuno, tanto ora si compra in bottiglie. La scritta dice che viene da qualche oscura sorgente che nessuno conosce. Ma sara`pura come quella del Melfa?