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RACCONTI AMERICANI 

 

PULIZIE DI PRIMAVERA

 

E' primavera e come di consueto facciamo spring cleaning:pulizia di primavera.

 Dopo il lungo inverno,ora col ritorno delle belle giornate, il ritorno degli

uccelli,il rinverdirsi degli  alberi e lo sbocciare dei fiori si sente il bisogno di

attillare anche il dentro della casa. Io comincio con lavare i vetri, cambiare le tendine, mettere quelle piu' leggere per l'estate. ripulire i tappeti e i divani e

poltrone. Faccio un po' la volta e quando necessario mi faccio aiutare. Pero'piu' pulivo e piu' le mura mi sembravano sporche. C'erano impronte di manine dappertutto. come anche il nero del calore  attorno ai termosifoni. Non potevo ripulire tutto e non i muri. Con le figlie abbiamo fatta la grande decisione. Chiamare gli imbianchini. Cosa non tanto facile siccome e' un arte che va scomparendo. E i pochi che lo fanno sono tanto richiesti  che difficilmente ne trovi uno che puo' fare il lavoro subito.

Dopo aver telefonato a parecchie ditte finalmente trovo una che poteva mandare il giorno dopo due uomini a fare il lavoro. Arrivarono di buon mattino.

Mario, il capo, diede un occhiata attorno, si informo' sul tipo di colore, giro' tutte le stanze, prese le misure tocco' tutte le impronte mormorando  ummm ummm..........scrisse qualcosa su un foglio di carta .......... Il compagno lo seguiva senza dire niente. Fece i calcoli e mi diede il prezzo.  Veramente non era tanto male e se volevo avrebbero incominciato subito. Certo assentii.

Mario parlava benino l'inglese, il compagno nemmeno una parola. Mi disse che

erano venuto dalla Polonia da molti anni e si era stabilito bene. Il lavoro che faceva rendeva bene e si poteva permettere di prendere altri operai a lavorare per lui. Tutti i lavori edilizi un tempo erano stati, quasi esclusivamente,dominati dagli italiani. Ora sono gli  emigrati dell'Europa Est o  del blocco  sovietico a  prendere il lavoro. Prima di cominciare ,i due uomini coprirono tutto il mobilio e i pavimenti.

Io avevo gia' levato i soprammobili e la mia collezione di statuette di angioletti che occupa tutto un angolo del salotto. Lavoravano bene e nemmeno una macchia sui mobili. Avevano quasi finito, rimaneva solo il piccolo atrio all'entrata.

I due uomini erano sulle scale a finire il soffitto ........e chi dovesse arrivare proprio allora?? ......... Si avete indovinato Jack il "tornado". Appena vidi che si avvicinava con la sorellina corsi all'uscio per fermarlo a non farlo entrare nel modo che fa sempre lui. Sapete come fa ,spicca un salto da fuori e si butta dentro. Quando fa cosi generalmente sbatte alla porta alla finestra i muri  e si porta giu' le tendine della finestra quando ci si attacca per non cadere. Aprii la porta e lo presi per la mano e lo guidai dentro. Mamma e sorellina seguirono.

Ora non so come fece.... non so come successe....... ma in un secondo appena lo avevo lasciato  ficca un piede dentro il secchio del colore. e slpashhhh !!! rovescia il colore per terra. La mamma e' furiosa, se lo pesca l'ammazza,la sorellina ride, si diverte a vederlo col piede nel secchio. L'imbianchino scende dalla scala grattandosi il capo .Jack ha l’aspetto un po' di sorpresa e un po' di shock ! Povero bimbo non sa nemmeno lui come e ' finito in quelle condizioni. Va be' lo sappiamo che Jack e' cosi'si trova sempre nei pasticci. Mi guarda con quegli occhioni  bellissimi imploranti e pieni di lacrime..Vedo due lacrimoni scendere....... lo afferro e gli libero il piedino. Gronda di colore. Dico "andiamo Jack " si aggrappa a me .lo porto in bagno, lo sistemo nella vasca da bagno con acqua e sapone lo lavo bene bene poi si risciacqua sotto la doccia. Il vestitino che indossava ora e' tutto bagnato e macchiato. Meno male che nonna ha sempre un cambio a casa.

Tutto ben pulito ora sembra un principino. Lo abbraccio ,mi si stringe al collo

e fa "I love you nonna!" E nonna Delia gli perdona tutto

 

 Delia Socci Skidmore