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RACCONTI AMERICANI 

 

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NUOVE ABITUDINI

 

Ci stavamo abituando a tutti I dettagli della vita quotidiana.

Il lavoro, la casa , la chiesa, gli amici. Tutti I giorni avevano uno specifico significato, ogni azione il proprio turno e orario. Niente succedeva a caso, il tenore di vita era dettato dagli impieghi giornalieri. Poche erano le visite a sorpresa. Si telefonava il giorno prima agli amici per assicurarsi che erano a casa e disposti a riceverli. La famiglia che ospitava  magari contattava altri amici, preparava un piccolo rinfresco di caffe e biscotti e si riunivano per stare insieme anche per guardare qualche programma speciale in tv. Gli ospiti arrivavano all’ora prestabilita e se ne andavano presto se era una serata entro settimana, più tardi se era di sabato. Si salutavano sempre cordialmente. Se gli ospiti parenti erano venuti da lontano spesso pernottavano, se ne andavano la sera stessa. ci si abbracciava e baciare su una gota. Questo speciale saluto era riservato a gli amici e parenti che venivano da lontano e si vedevano più`di rado.

Invece  quando ancora in Settefrati gli orari c’erano ma non li notava nessuno. Se un amico o un parente si fermava a visitare era sempre il benvenuto a qualsiasi ora. I padroni di casa li accoglievano con un bicchier di vino. Alle comari non si offriva il vino ma il caffe`. Le donne mettevano a chiacchierare tra loro, ridevano e passavano un po`di tempo. Quando voleva parlare di qualcosa delicato o di qualcuna non presente parlavano a bassa voce, si mettevano in circolo e si chinavano bisbigliando. La donna che aveva un segreto da rivelare tirava la sedia più vicino, si acconciava il fazzoletto in testa  guardava alle altre curva con occhi lampeggianti  e viso rosso. Era il suo momento di fama il momento che si sentiva di essere la piu` importante tra loro e lo sfruttava al massimo. Con ogni parola che diceva, le piu` piccanti, le enfatizzava con voce pesante scrutando il viso delle altre comari.  

Niente incuriosiva noi ragazzi di piu` che quel  misterioso agire e noi facevamo del tutto per ascoltare i segreti dei grandi. Ci nascondevamo dietro la porta o sulle scale per non farci vedere. Ma le mamme lo sapevano e venivano a scacciarci subito.

 

In America il tanto aspettato week-end non era poi tanto tranquillo.

Si seguiva la stessa routine stabilita da anni. La mattina a lavar panni  stirare, fare pulizie, fare la spesa. Dopo fatto tutte le faccende finalmente  ci potevamo permettere la consueta visita al villaggio dove ci incontravamo  con le amiche non tanto per fare compere ma anche per guardare le vetrine adornate di manichini con bellissimi vestiti . Era piacevole sapere che se ti occorreva un vestito lo potevi trovare gia` confezionato e di diversi colori e modello. Io avevo sviluppato una predilezione di visitare tutti i negozi per donne, toccare e provare quanti vestiti volevo, assistita dalla commessa e poi non comprare niente.

Nessuno si adirava, nessuno sbuffava, ti ringraziavano gentilmente e ti invitavano a tornare la settimana prossima. Non sapevo ancora che si chiamava “Liberta di Scelta”.   

 

Delia Socci Skidmore