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 UN MATRIMONIO DI ALTRI TEMPI  

IL CORREDO  

 

La dote di mia madre fu biancheria a “dodici capi” come si diceva allora. Cioe` 12 lenzuola, dodici federe, dodici asciugamani di spugna e dodici di tela dodici anche ogni capo del suo corredo e molto molto di piu`.

Era una meraviglia di lini e cotoni impreziositi di fini ricami e merletti.

Macia e mamma avevano viaggiato fuori paese per trovare le piu` belle stoffe da cucire e ricamare. Il ricamo fu affidato alla ricamatrice per eccellenza del paese. 

Del suo ricco corredo se ne parlo` in paese per tanto tempo. Ancora oggi le mie cugine ricordano fra l’altro il bellissimo copriletto di raso di color verde chiaro abbellito con fiocchi a delicate colori . Fu perso durante l’occupazione tedesca a Settefrati e riscoperto dopo guerra  quando

un residente ci aveva tappezzato i sedili della vecchia auto. Quando lo raccontano ancora scuotono il capo incredule.  Mamma non lo aveva mai menzionato.

 

Il corredo il giorno prima dello sposalizio viene trasportato alla casa dello sposo da giovane ragazze amiche della sposa. La sposa invita tutte le invita a casa sua per “ portare i panni”. Con la mamma la sposa prepara la biancheria stirata e piegata in modo che possa essere sistemata in tante canestrini di vimini . Ogni capo legato con nastrino colorato di seta. I capi ricamati venivano foderati di carta velina colorata che si intravedeva sotto il ricamo. Tra i colori dei nastrini, il bianco della biancheria e la carta velina colorata facevano una bella figura.

La mamma della sposa offriva il rinfresco a tutte le ragazze prima che uscissero. Mia nonna Lucia aveva preparato un rinfresco con i fiocchi.

torte, biscotti, paste, vino e cordiali. Ma quando li passava alle ragazze tirava su col naso e gli occhi bagnati di lacrime. Ancora non si arrendeva. Piangeva

perche` la figlia aveva insistito a sposare quel “vecchio” . Nessuno le prestava attenzione.

Le giovane amiche mettevano le ceste in testa e si avviavano in fila

 cantando verso la casa dello sposo. Qualche volta venivano anche accompagnate da un amico dello sposo che suonava la fisarmonica. Cosi cantando e suonando stornelli paesani arrivavano alla nuova casa della futura sposa.

La idea della sfilata era di far ammirare i capi che la sposa portava come dote e mostrarlo a tutto il paese. Le comari aspettavano lungo la strada per contare i canestrini . Piu`donne con canestrini in testa tanto piu` ricca la dote. Era importante che tutti sapessero. Un altro modo di comunicare senza

dire troppo.

All’uscio della casa dello sposo aspettava la futura suocera. Ella controllava e approvava. Dopo di cio le ragazze salivano nella camera matrimoniale e sistemavano tutto nel nuovo armadio della sposa. Il mobilio anche toccava

alla sposa comprarlo. All’ultimo “componevano” il letto matrimoniale.

Tutto fatto anche la futura suocera passava il complimento. Nonna Rosa

e le figlie avevano anche loro preparato un bel rinfresco per tutti.

Alla sposa non era permesso di entrare nella casa dello sposo quel giorno.     

                                              

     

Delia Socci Skidmore