Home

 FRA ITALIA E AMERICA

 

La chiesa di Stanford

 

L’anno scorso, iniziai una ricerca sui primi emigrati italiani che si stabilirono nella citta di Stamford e dintorni. Ecco una delle storie che ho scoperto, e mi sembra interessante.
Molti emigranti  si erano stabiliti  nella piccola citta’ di Stamford nel Connecticut  che dista poca distanza  da New York perche’  era una cittadina industriale e il settore dell’edilizia era in pieno sviluppo: trovavano lavoro come manovali e braccianti ed erano contenti anche se pagati meno degli altri che eseguivano lo stesso lavoro. C’erano anche grandi fabbriche come la Yale and Town dove  fabbricavano lucchetti e serrature di sicurezza e dove assumevano operai  emigrati.
C’era anche un altra ragione perche’ gli italiani preferivano stabilirsi in Stamford:la  citta’ era piccola, un paesotto  e dava quell’impressione
di piccolo paese simile ai paesi che avevano lasciato.
Prima che arrivassero  gli italiani la zona era abitata dagli irlandesi,i quali si erano stabiliti  bene ed avevano raggiunto  un certo benessere,
agiatezza e status nella comunita’. L’arrivo degli italiani  li sconvolse. Consideravano gli italiani tutti contadini di bassa classe  e non desideravano averli come vicini di casa o nella stessa zona. Ma gli italiani continuavano ad arrivare con i loro fardelli, le loro usanze. le loro tradizioni le  speranze e sogni avidi di inserirsi vicino ai loro parenti e paesani nel West Side. Gli irlandesi pian piano cominciarono
a lasciare la zona e stabilirsi  in  posti piu’adeguati al loro status.
Intanto gli italiani cominciarono a praticare le loro usanze. I praticelli che circondavano le case furono  e sono tutt’ora, trasformati  in orti e seminati con pomodori, insalate, fagiolini, erbette  spezie e aromi. Alle finestre e verande pendevano  vasi di garofani e altri fiori.

Il colore delle case esternamente cambiarono per riflettere i colori
familiari ai nuovi arrivati.
L’aspetto della zona stava cambiando e di molto. Non abbiamo documentazione della reazione di tutti questi cambiamenti provocarono   agli  irlandesi, ma son sicura che  reagirono.
Nel  tempo i nuovi emigrati si misero in cerca di una chiesa cattolica dove andare a messa la domenica e condurre i loro riti e celebrare  le feste dei Santi Patroni dei loro paesi di origine. Nel centro di
Stamford gia’ c’era la chiesa di San Giovanni ,(Saint John’s Church) era stata costruita,gestita e frequentata dagli irlandesi per gli irlandesi. Un
gruppo di italiani se reco’ dal Parroco Rettore per chiedere informazioni di orari e tempo della Santa Messa e altre  funzioni durante l’anno. Ora, se non volevano vivere vicino agli italiani , immaginatevi se volevano seguire le funzioni e riti fianco a fianco:come assistere la Santa Messa,prendere la Santa Comunione in ginocchio sullo stesso altare e altre funzioni.
Il Padre  Rettore  Father James O’Brian nella  sua grande magnanimita’ permise agli italiani di celebrare la Santa Messa nello  scantinato della
chiesa assegnando loro un giovane prete irlandese, Father Kelly. No li riporto per parlare  male di un bravo popolo come gli irlandesi ,ma questi sono i fatti .
Per gli italiani la chiesa era piu’ che un luogo dove pregare  La domenica mattina dopo al Santa Messa  si incontravano tutti davanti al Sagrato soffermandosi  a parlare del piu’ e del meno e scambiarsi le ultime novita’ arrivate dall’Italia .Poi a casa per il grande
pranzo domenicale .
Ogni comunita’ aveva un proprio  Santo Patrono. Quelli di Minturno  la Madonna delle Grazie,quelli di Settefrati la Madonna di Canneto. quelli di San Mango San Vito e via cosi. Nei loro paesi i Santi Patroni si festeggiavano con processioni , bande  ed  esibizioni in piazza e fuochi artificiali. Era cosi che volevano celebrare le feste
anche nella nuova terra.
Il giorno 19 giugno 1924 fu una data storica e memorabile per gli italiani.
Gli oriundi di San Mango sul Calore  celebrarono la festa di San Vito Patrono di San Mango. Celebrarono con la processione portando a spalla  la statua del Santo per le strade della citta’ seguita dalla folla di fedeli e la banda. Dopo la processione i festeggiamenti continuavano nello spiazzale. E’ una tradizione che continua tutt’ora.
Era la prima volta che gli abitanti di Stamford avevano visto una processione. La gente si fermava ai margini  della strada  a guardare  increduli la processione che sfilava.
La festa di San Mango fu un gran successo,gli italiani cominciarono a sentirsi a casa.
Il gregge di cattolici cresceva rapidamente. Il sotterraneo di Saint John era ormai troppo piccolo per contenerli. I nostri formarono un comitato
rappresentante di tutta la comunita’ italiana. Si recarono  dal Parroco Rettore per informarlo che intendevano fabbricare una chiesa  per gli
italiani. Chiesero anche se Father Kelly poteva essere il loro parroco.
Father Kelly,aveva imparato l’italiano per meglio guidare il suo gregge e si era accattivato il rispetto e la simpatia degli italiani.
 Dal 1921 al 1922 il comitato inizio’ una  campagna  per raccogliere fondi tramite feste, lotterie e donazioni per costruire  la chiesa. La  campagna  fu un gran successo e furono  raccolti fondi  sufficienti per comperare un sito dove costruire
Lo trovarono proprio nel mezzo della West Side la zona di Stamford dove gli italiani si erano stabiliti.
Il giorno 11 Maggio 1922 si  recarono  dall’Arcivescovo Nyland dell’Arcidiocesi  di Hartford per chiedere  il permesso di costruire. Non chiesero aiuto. ne’ soldi , solo l’opportunita’ di farsi con le loro mani, i loro sacrifici una chiesa italiana  dove avrebbero assistito alla Santa Messa nella chiesa e non nei sotterranei.L’arcivescovo diede la sua benedizione. I lavori incominciarono poco dopo. Gli italiani uniti in questo progetto lavoravano sodo per portare i lavori a termine. Lavoravano per la chiesa dopo che avevano adempito i loro lavori quotidiani e anche la domenica. Ci riuscirono con sacrifici. duro lavoro  e tanta buona volonta’
Il giorno 19 giugno 1924 si consacro’ a Stamford  la chiesa del Sacro Cuore ,Sacred Heart Church.La festivita’ del giorno e la Santa  Messa fu  celebrata dal nostro amico Father Kelly il quale rimase  parroco degli italiani per tanti anni .
La Sacred Heart Church continua ad essere il centro delle nostre attivita’ religiose e  culturali.

 

 Delia Socci Skidmore