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A SETTEFRATI , UN TEMPO .....

 

 

COME SI FACEVA IL PANE.

 

 

Il pane fresco , croccante si faceva nei piccoli paesi cotto al forno di pietra ubicato nell'interno della casa o appena fuori  la porta. Veniva usato in media una volta la  settimana per provvedere a fare il pane per il consumo della famiglia.  Ogni casa era poi fornita degli attrezzi per fare il pane: "le pale" per porre nel forno il pane da cuocere, "la massa", recipiente di legno che serviva per ammassare e far lievitare la farina, "u munnoro", lo spazzatoio per pulire il del forno, "u tumpagno", la tavola per impastare, "a rasola", lamiera di ferro con impugnatura che ha la funzione di piccola paletta, di raschietta e di coltello per tagliare la massa, "u cannieglie", il matterello, "a scanatora" formata da un pezzo di legno piano su cui venivano poste le masse di pasta cresciuta, dette "scanate". La donna di casa, la sera, prima di "scanare", cioč preparare la massa, si metteva in giro per il vicinato per trovare "u levate", il lievito; sapeva all'incirca chi potesse averlo e certamente lo trovava, essendo questa una delle cose che non si poteva negare a nessuno. Avuto il lievito, che veniva conservato in un piattino,coperto con un tovagliolo  la massaia si preparava per fare il pane. A casa mia c'era sempre il lievito,la nonna lo conservava. I vicini venivano a farselo "prestare". Ogni massaia prima di ammassare il pane lasciava da parte un po' del lievito lo impastava di nuovo con un po' di farina e acqua tiepida e lo conservava per la prossima volta o lo ridava a chi glielo aveva prestato.  La sera prima la massaia impastava un po di farina con acqua e lievito. Si lasciava ricrescere tutta la notte. Il mattino dopo la donna si alzava prestissimo e iniziava ad ammassare la pasta lievitata. L'impasto si lavorava ben bene , poi veniva coperto con un panno bianco ed una coperta di lana e lasciato a lievitare per circa tre ore. Dopo di che' si controllava se l'impasto era cresciuto, poi si preparavano i pezzi di pane chiamate "pagnotte"e si sistemavano ben in fila su un tavolo dove precedentemente era stato messo un panno. Questi panni erano bianchi usati solo per fare il pane. Infine i pezzi di pane venivano coperti con una coperta di lana e si lasciavano a crescere per tre ore. 
Quando il pane era cresciuto si preparava il forno con la legna accesa. Quando era stata accesa abbastanza legna ed il forno era caldissimo, con un grosso ferro a uncino si tirava fuori dal forno la legna consumata. Poi col "u munnero" lo spazzatoio, bagnato si spazzava il forno si tirava fuori il carbone e la cenere. Il forno ormai era pronto. I pezzi di pane uno alla volta si mettevano su una pala di legno e si sistemavano con ordine nel forno.
Infine la bocca del forno veniva chiusa da una grossa pietra o da una porticina di ferro. Dopo un'ora il forno veniva aperto per vedere se il pane era cotto bene. La massaia sapeva se era cotto bene dal colore del pane.  poi veniva richiuso e si aspettava un'altra mezz'ora,il forno veniva poi aperto definitivamente e con la pala si tiravano fuori i pezzi di pane dal forno. Il pane appena sfornato di sistemava su una tavola di legno per fare raffreddare. Mentre raffreddava l'aroma di pane fresco si spandeva per le strade. I ragazzi che si trovavano fuori a giocare appena sentivano l'odore tornavano a casa per un "tozzo di pane fresco". La madre dispensava  cantucci di pane , i ragazzi se lo mettevano in tasca e tornavano a giocare con i compagni. Il giorno del pane fresco era la giornata piu bella della settimana.

 Giorni passati,......... tradizioni che non tornano piu' 

 

Delia Socci Skidmore