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Giovanni De Sio Cesari        

 

IL WEST

FRA REALTA' E LEGGENDA

 

 

 

 

 

PARTE SECONDA

 IL WEST VISTO DAGLI INDIANI

 

 

Fonti narrative  I racconti di Alce Nero.  La caccia L'amore  La guerra I bianchi   La fine

Oltre la fine

 

FONTI NARRATIVE

 

Delle vicende del west abbiamo un gran numero di racconti di coloro  che vi parteciparono . In verità in genere i pionieri avevano scarsa dimistichezza con le lettere e quindi le testimonianze si devono soprattutto a giornalisti che si recarono sui posti per avere notizie di prima mano: essi però non scrivevano tanto la "pura" verità ma quello che poteva maggiormente far colpo sui lettori e quindi far  elevare la tiratura  dei giornali. Pertanto tutte le testimonianze sul West furono sempre alquanto montate, esagerate,  iniziando quindi quel mito che il cinema ha poi consacrato. Piccole gruppi  di guerrieri indiani erano un pericolo  nazionale, piccole scaramucce divenivano battaglie campali. capi di modeste bande indiane diventavano  grandi condottieri: questa deformazione delle reali  dimensioni permane tuttora.  

 Oltre al racconto dei bianchi abbiamo anche molti racconti fatti da indiani e raccolti sempre da bianchi giornalisti-scrittori. Sulla validità di tali racconti occorre molta cautela. Si tratta innanzi tutto di racconti raccolti molti anni dopo gli avvenimenti, spesso  non di esperienza diretta del narratore che era troppo piccolo o magari non ancora nato e che quindi riferisce ciò che ricorda del racconto degli adulti. la trascrizione  è fatta naturalmente in inglese e rende  molto sommariamente lingue del tutto diverse attraverso l'opera di interpreti illetterati ed inesperti . La cultura indiana  viene filtrata attraversa quella diversissima dei bianchi. Va anche considerato che facilmente l'indiano che racconta è indotto a dire soprattutto quello  si aspetta che dica. Vi sono quindi tanti elementi per dubitare della genuinità dei racconti. Poniamo però la nostra attenzione su un altro aspetto generale che riteniamo ancora più importante.

 Il racconto che riguarda un mondo lontano ormai non più esistente assume sempre una connotazione particolare: il mondo della fanciullezza, della giovinezza della terra di origine assume sempre una colore di nostalgia, di rimpianto di idealizzazione. Il fenomeno doveva  essere massimamente rilevante in  in persone come gli indiani,che avevano perso per sempre il "loro" mondo per essere spinti a forza in un mondo diverso, incomprensibile, pieno di angoscia infinita.  Nei loro racconti, nel loro ricordo il mondo prima dell'invasione dei bianchi diventa il mondo  della gioia, della felicita, il mondo cosi come deve essere, il mondo perfetto. E ' fenomeno comune:  cosi gli ebrei parlarono per secoli  della terra dove scorre latte e miele e attualmente i profughi palestinese favoleggiano di una specie dell'età dell'oro prima dell'arrivo degli Israeliani.

 Questo fenomeno spiega come tuttora si parla degli indiani come di un popolo che viveva felice in armonia con la natura prima che la avidità dei bianchi li scacciasse dal loro  paradiso

In realtà il mondo  degli indiani era tutto altro che una paradiso. La vita era estremamente dura, priva di  tutti quegli oggetti che ci sembrano assolutamente indispensabili. C'erano momenti in cui la caccia era abbondante  e tutti facevano festa, per esempio al passaggio delle immense mandrie di bufali. ma c'erano anche momenti  in cui la caccia  e la raccolta erano insufficienti e allora era la fame: i vecchi abbandonavano spontaneamente la tribù per morire soli per non  essere di peso e i bambini più piccoli o più deboli morivano non resistendo alla fame fra lo strazio delle loro madri. Gli indiani per insultare uno del loro popolo  che stava con i bianchi dicevano che era "grasso" perchè solo uno che stava con i bianchi poteva mangiare  molto: l'indiano mangiava quando e quanto poteva. Ma oltre alla fame vi era un pericolo più grave: le altre  tribù vicine. Tutte erano in guerra contro tutte: a ogni momento si poteva essere uccisi da qualche nemico nascosto nella boscaglia,  ogni accampamento poteva essere attaccato e distrutto all'improvviso senza nessun preavviso. le guerre interne non cessarono mai fino al completo confinamento nelle riserve. Probabilmente i massacri perpetrati dai bianchi  furono ben modesta cosa rispetto a quelli provocati dalle diuturne  guerriglie fra le tribù

 Come in tutte le culture pre-agricole la vita era una scommessa che si giocava giorno per giorno: la vita felice dei pellerossa è una favola che  viene tuttora riproposta per motivi di polemica ideologica ma non ha nessun fondamento nella effettiva realtà  storica.

 

I RACCONTI DI ALCE NERO

 

Fra i molti libri tratti da racconti di indiani noi abbiamo scelto   "Alce nero parla".   Si tratta di un libro che l'autore, John G. Neihardt  afferma  essere la fedele trascrizione di quanto gli avrebbe riferito nel 1930 un vecchio stregone di nome Alce Nero.  L’autore riferisce che   è riuscito a contattare un  vecchio indiano  che era stato testimone della fine della cultura nativa. Questi non parla inglese  e tuttavia attraverso interpreti  è disposto a fare un  lunghissimo racconto di tutti i fatti avvenutogli durante la sua lunga vita : il fine che l’indiano  si ripromette è che le sue esperienze  non vengano perdute e  si  mostra soprattutto interessato a che vengano ricordate   una serie di visioni o di sogni che egli ha avuto fin dall’infanzia  e che conterebbero un certo messaggio del “mondo degli spiriti”. Il racconto quindi parte dall’infanzia d Alce Nero prima che arrivassero i bianchi. Procede quindi tra il racconto delle visioni e delle molte battaglie con i bianchi: vengono cosi riportate il maggior numero degli scontri poi divenuti celebri  alcuni dei quali pero non sono narrati da Alce Nero che non vi aveva partecipato  ma da altri indiani presenti alla conversazione.

 Dopo la repressione avvenuta in seguito alla battaglia di Little Bighorn la vita tradizionale degli indiani si spegne. Alce Nero al seguito di Buffalo Bill, partecipa a una serie di spettacoli  nell’est e poi in Europa. Ma al suo ritorno trova la situazione ancora peggiore. Comunque egli cerca di  prodigarsi per il suo popolo esercitando la funzione di guaritore secondo i poteri che le visioni gli avevano concesso. Il racconto di Alce Nero si chiude poi con la narrazione del massacro del  Wounded Knee con il quale il sogno della nazione  indiana, come egli dice,  è finito per sempre. Nel proscritto  Neihardt racconta che ha accompagnato il vecchio sulla cima di un colle e come alla sua preghiera e invocazione il cielo sembra aver risposto facendo cadere una pioggia strana e improvvisa .

Da altra fonte sappiamo però che il libro  è una rielaborazione molto libera che, se ha come base i racconti di Alce Nero, in effetti è integrato da molte altre fonti e forse anche da non poca fantasia. 

 Tralasceremo  le ricostruzione dei molti scontri con l’esercito che in verità appaiono molto poco attendibili e che  non rientrano comunque nel nostro assunto. Eviteremo anche la descrizione delle molte visioni e sogni carichi di complicati simbolismi difficilmente comprensibili   e dei quali  comunque non sappiamo quanto poi si deve alla fantasia del Neihardt 

Tuttavia i fatti narrati e soprattutto la descrizione di  credenze, usanze, modi di vivere sono sostanzialmente  aderenti alla effettiva realtà degli indiani alla fine dell'800. Noi troviamo  dal libro un certo numero di fatti che ci permettano di dare una idea abbastanza veritiera e fedele del West visto dagli indiani. Cercheremo di separare la connotazione della idealizzazione  osservando i fatti e ricostruendo da essi per quanto possibile la realtà effettiva.

 Tutta le citazioni dopo riportate con il numero della pagina si riferiscono al seguente testo:   John G. Neihardt : Alce Nero parla. Adelphi edizioni,1968.(edizione super Poket)

 

LA CACCIA

 

La caccia al bisonte costituiva la base economica di sopravvivenza per molte  tribu indiane anche se non per tutte, naturalmente. Il bisonte  in inglese fu chiamato  chiamato " buffal" da cui il termine  italianizzato di "bufalo" che in realtà in Italiano indica un animale ben diverso Gli indiani aspettavano il passaggio di mandrie di bisonti immense  formato da un numero impressionante  di capi e che coprivano intere pianure.  Prima dell'introduzione del cavallo la caccia avveniva a piedi, con armi rudimentalii. Dopo l'incontro con i bianchi invece si usarono i cavalli, talvolta anche armi da fuoco ma più spesso ci si  limitava al tradizionale  arco.

 

Allora ci fu una grande polvere; tutti gridavano e tutti i cacciatori si precipitarono a uccidere, ognuno per conto suo. Erano tutti quasi nudi. con le loro faretre piene di frecce appese a sinistra, e si buttavano a cavallo addosso al bisonte e lo colpivano dietro la spalla sinistra. Alcune delle frecce penetravano fino alle penne. e a volte quelle che non si imbattevano in un osso uscivano dall'altra parte. Tutti erano molto felici.

pag 62

 

Ovviamente il momento di caccia era un momento di grande  gioia e di eccitazione. La caccia al bisonte era una festa grande come lo sono sempre stati i  giorni del raccolto delle civiltà agricole.

 Vi era tutto un cerimoniale gioioso nell'avvistamento delle mandrie e naturalmente grande onore spettava al cacciatore che li aveva localizzati per primo:

 

Una delle vedette rispose:  Sapete dove siamo stati. .Siamo saliti fino in cima a una collina e abbiamo visto una mandria piccola di bisonti . E mentre parlava indicava la direzione. Il consigliere disse: Forse dall'altra parte avete  il bene. Informatemi . La vedetta rispose: Dall'altra parte abbiamo visto un'altra mandria di bisonti plù grossa . Allora il consigliere disse: Vi sarò grato. Ditemi tutto ciò che avete visto da quelle parti.  La vedetta rispose:  Dall'altra parte di quella montagna non c'erano che bisonti, per tutta la regione. E il consigliere disse: aoh! . Allora il banditore gridò come cantando:  I vostri coltelli verranno arrotati, le vostre frecce verranno affilate. Preparatevi, fate presto; approntate i vostri cavalli! Usciremo con frecce.

pag 59

 

Il prodotto della caccia era  diviso fra tutti i componenti della tribu ed era quindi un momento di coesione, di solidarietà i tutto il gruppo che si riconosceva come una unità: 

 

Allora il capo dei consiglieri fece un giro. per scegliere i migliori cacciatori sui cavalli più veloci; poi disse loro:Eccellenti giovani guerrieri. parenti miei. so che il vostro lavoro è buono. Quello che voi fate è sempre buono; così oggi farete mangiare i deboli. Forse alcuni sono vecchi o deboli, senza figli. oppure sono donne con bambini e senza marito. Voi li aiuterete. e tutto ciò che uccidete sarà  per loro. Questo era un grande onore per i giovani.

pag 59

 

 La caccia era opera dei guerriero ma anche i ragazzi, le donne e gli anziani partecipavano ciascuno a modo suo e secondo le proprie possibilità :

 

..questo era il mio primo bisonte grosso, e continuavo a gridare "Yuhoo! ¯ : gridavo tanto che gli altri avranno creduto che stavo uccidendo un'intera mandria. Quando cadde, scesi dal cavallo e cominciai a macellarlo io stesso, ed ero molto felice. Per tutta la pianura, a perdita d'occhio, si vedevano adesso uomini occupati a macellare i bisonti, e le donne e i vecchi che non potevano cacciare si avvicinavano per aiutarli. E tutte le donne facevano il tremolo di gioia per ciò che i cacciatori avevano dato loro. Questo accadeva nella Luna delle Ciliegie Rosse (luglio). Fu una grande caccia.

pag 62

 

Del bufalo  si usava praticamente  tutto: la carne veniva mangiata in parte fresca e i in massima parte disseccata con un lungo e paziente lavoro e conservata. Con le ossa si  costruivano  arnesi di ogni genere, dalle pelli pellicce per l'inverno e soprattutto le coperture delle tipiche tende indiane ,i Tepee.:

 

Finita la macellazione, la carne veniva appesa sulla groppa del cavallo e legata con strisce fresche di pelle di bisonte. Quando tornammo al villaggio, tutti i cava!li dei cacciatori erano carichi di carne. e noi bambini che non potevamo aspettare il banchetto mangiavamo tutto il fegato crudo che volevamo. Nessuno si arrabbiava con noi per questo. Nel frattempo, le donne rimaste nell'accampamento tagliavano pali lunghi e stecche forcute per preparare le apparecchiature dove avrebbero appeso la carne a seccare. Quando i cacciatori arrivavano. buttavano la carne in mucchi sopra un tappeto di foglie .

 pag 63

 

 Il bufalo quindi era animale sacro,era un dono del grande spirito che veniva cacciato ma il cui spirito era venerato. Veniva offerto e mangiato quasi con un rito religioso :

 

offri  una fetta di bisonte che aveva davanti, perchè il bisonte era sacro e ci forniva cibo e alloggio. Poi accese  pipa, la offrì ai quattro quadranti, allo Spirito  Alto e alla Madre Terra, e porgendola  disse:  La nazione si è fidata di voi....

pag 59

 

I bianchi invece cominciarono a uccidere  con le armi da fuoco i bufali in grande quantità,  dapprima per la carne. Per esempio William Cody divenne noto con il nome di Buffalo Bill proprio perchè procurava carne di bisonte agli operai della ferrovia. In seguito però si uccisero i bufali semplicemente per la la lingua o anche per il puro piacere di uccidere  o  per affamare gli indiani. Fu cosi operato  un assurdo e stupido massacro delle grandi mandrie. Tutto il territorio fu coperto  dalle loro carcasse. Gli indiani videro  con sgomento cosi  svanire quello che per  essi era la fonte prima della loro vita , il dono del Grande Spirito.   La fine dei bisonti fu pure la fine della vita indiana più ancora che i massacri e l'invasione dei bianchi

 E il quadro che si presentava agli sfortunati indiani  era di una desolazione e di una tristezza indicibile perchè con i bisonti era morta anche la loro cultura, il loro mondo.

 

L'AMORE

 

Naturalmente anche gli indiani si innamoravano come tutti gli uomini e le donne del mondo. Seguiamo allora una storia  di "ordinario "amore come era concepito secondo le regole di quei popoli seguendo il racconto di Alce Nero .

 Se un giovani si innamora di una ragazza non è possibile dichiarale il proprio amore, averne  il consenso e sposarla. Non è possibile nemmeno parlarle: le usanze  tribali non lo permettono, non esiste la coeducazione dei sessi:

 

a quei tempi non era facile ottenere una ragazza, quando un giovane voleva sposarsi. Supponiamo che io sia un giovane e abbia visto una  ragazza che mi pare tanto bella da farmi sentire male ogni volta che penso a lei. Non posso abbordarla direttamente e dirle come stanno le cose

pag 73

 

Ma bisogna pure farsi avanti: occorrono astuzie e sotterfugi che il mondo  dei genitori finge di non vedere:

 

forse mi nascondo tra i cespugli, vicino alla fonte dove lei va a volte a prendere l'acqua, e quando arriva , se nessuno ci guarda, salto fuori 

pag 74

 

Un giovane ,Cavallo Alto, si innamora di una ragazza ma i genitori di lei sono molto attenti e severi:

 

... la sorvegliavano tutto il giorno, e avevano anche cura che non le capitasse nulla di notte, mentre loro dormivano. Tanto bene le voIevano che le avevano fatto un letto di cuoio crudo, per dormire, e quando si accorsero che Cavallo Alto gironzolava intorno, presero delle cinghie di cuoio crudo e di notte la legavano al letto perchè nessuno potesse rubarla, mentre loro dormivano, anche perchè non erano molto sicuri che la ragazza in realtà non volesse che la rubassero.

pag 74

 

Siamo ben lontani dall'idea  dell'amore  libero fra i primitivi: I principi dell'età vittoriana sono di grande  liberalità di fronte agli usi tribali

 Cavallo Alto allora deve seguire la via legale: offrire al padre il prezzo per sposare la ragazza :

 

e cosi andò direttamente a parlare col padre di lei e gli disse che era tanto innamorato della ragazza che avrebbe dato per lei due cavalli buoni: uno giovane e l'altro non tanto vecchio. Ma il vecchio fece soltanto un segno negativo con la mano, come per dire a Cavallo Alto di andarsene e di non dire sciocchezze

Pag 75

 

In seguito poi Cavallo Alto riesce a racimolare altri due cavalli  ma l'offerta pare ancora troppo modesta al padre. Non bisogna pensare come verrebbe a noi Occidentale che la ragazza fosse solo un oggetto da comprare, sarebbe grave errore. Il prezzo dato ai genitori non significa affatto che la donna venga comperata come tradurremmo noi: si tratta invece di un in indennizzo dato alla famiglia di origine  che è tanto più alto quanto più vale la donna. Infatti quando Cavallo Alto ,disperato,   propone alla fanciulla di fuggire ha la risposta che si merita:

 

ma lei disse che non sarebbe fuggita con lui; voleva essere comperata come una donna di valore. Vedete che anche lei aveva un'alta opinione di se stessa

pag 75

 

Aveva infatti offeso l'orgoglio della fanciulla che non si sarebbe data per niente, come una donna di nessun valore.

 Ma Cavalo Alto non sa come fare, non ha altri cavalli  da offrire. Si confida con un cugino e questi gli da un consiglio

 

Cugino, ho un piano. e se sei abbastanza uomo per fare come ti dico io, vedrai che tutto si aggiusta. Lei non vuole fuggire con te; suo padre non vuole accettare quattro cavalli; e più di quattro cavalli non puoi trovare. Allora devi rubarla e scappare con lei. Poi. passato un poco di tempo. puoi ritornare e il vecchio non può fare nulla perchè ormai sarà la tua donna. Probabilmente anche lei vuole che tu la rubi 

pag 76

 

Insomma il classico rapimento a scopo  di matrimonio in cui il reato del rapimento è estinto dal matrimonio stesso tanto in  voga non solo in Sicilia in quel tempo.

 Escogitano un piano:

 

A tarda notte si avvicinarono senza far rumore alIa tenda della ragazza e aspettarono, per essere sicuri che il vecchio e la vecchia e la ragazza dormissero profondamente. Allora Cavallo Alto. strisciando. si infilò sotto la tenda con un coltello. Prima doveva tagliare Ie cinghie di cuoio crudo. e poi il cugino avrebbe  allentato  i paletti che tenevano chiuso quel Iato della tenda, Io avrebbe aiutato a trascinare fuori la ragazza e a imbavagliarla. Dopo di che, Cavallo Alto l'avrebbe messo  di traverso sul suo cavallo e se la sarebbe portata via  in fretta, e poi sarebbe vissuto felice per sempre.

pag 76

 

Ma i genitori si aspettavano la mossa e sono ben attenti  e l'impresa fallisce.

 I due ci riprovano ancora molte molte e in vario modo ma i genitori sono più furbi ed esperti . Allora arriva la soluzione  giusta, quella degna di un vero uomo: mettersi sul sentiero di guerra  per procacciarsi cosi i cavalli necessari .

 Insieme al cugino fanno quindi una spedizione contro una tribù vicina. 

 

Così  fecero tutti i preparativi, e giunta la notte si misero sul sentiero di guerra, da soli. Dopo qualche giorno di viaggio arrivarono a un accampamento dei Crow, verso il tramonto; quando si fece buio si avvicinarono di nascosto al luogo dove si trovavano i cavalli dei Crow, uccisero  l'uomo che sorvegliava i cavalli, il quale non si aspettava  l'attacco perchè credeva che tutti i Lakota fossero molto lontano, e così se ne andarono con un centinaio di cavalli

pag 80  

 

Per la nostra mentalità si trattava di rapina e omicidio ma per gli indiani era un atto glorioso. Infatti il padre questa volta accetta l'offerta e viene precisato allora che :

 

Questa volta il vecchio  non lo accolse con un gesto di rifiuto. Non era i cavalli quello che lui voleva. Quello che voleva era un  figlio ( un genero)  che fosse un vero uomo e capace di fare qualcosa. Così  Cavallo Alto ebbe finalmente la sua ragazza e  io credo che se la meritava. 

pag 80

 

In fondo la storia di amore di Cavallo Alto non è molto diversa da quella che avrebbe potuto accadere in quei tempi anche in Europa e fra i pionieri: genitori prudenti che acconsentono solo quando  vedono che il giovanotto ha delle capacità, una ragazza che si mantiene nell'ambiguità, che si rifiuta e incoraggia, il tentativo di mettere i genitori di fronte al fatto compiuto : ma la fine traccia la differenza insormontabile fra indiani e bianchi: ciò che appare agli uni un delitto appare agli altri un merito.

 Le due culture non potevano coesistere. 

 

LA RELIGIONE

 

Generalmente nei racconti sugli indiani, soprattutto nelle fiction gli aspetti religiosi sono messi in secondo piano. Sono presentati certamente con la loro credenze religiose ma queste sembrano non interferire poi troppo con le loro azioni, quasi che essi fossero un popolo “laico”. In realtà come per tutte le culture primitive le credenze religiose  (qualcuno potrebbe dire superstizioni ma si tratta di punti di vista) sono sempre di fondamentale importanza. L’indiano come tutti i primitivi si ritiene in continuo contatto con il mondo degli spiriti ai quali  parla e  che gli parlano . Il contatto avviene attraverso uomini che hanno ricevuti dei doni particolari ed  è poco noto ma  molti capi  tribù dovettero  il loro ascendente al fatto che li si riteneva appunto in contatto con gli spiriti 

Ad esempio Cavallo Pazzo era ritenuto depositario di una particolare rapporto con gli spiriti:

 

era un guerriero grandissimo, forse il più grande che abbiamo mai avuto fino a quei tempi........ lui era diventato capo grazie al potere ricevuto in una visione, quando era ragazzo. Quando fui uomo, mio padre mi raccontò qualcosa, di quella visione. Naturalmente non sapeva dirmi tutto; ma mi disse che Cavallo Pazzo aveva sognato ed era andato nel  mondo dove ci sono soltanto gli spiriti di tutte le cose. Fu quella visione a dargli il suo grande potere;  quando doveva combattere, gli bastava pensare a quel mondo per ritrovarvisi di nuovo, e così poteva attraversare qualunque cosa senza che lo ferissero.

 

pag 88

 

Essi credevano in un "grande spirito"   chiamato Manitu o anche "Wanka tantra!" ma ogni cosa  della vita doveva essere in armonia con il divino:

 

perche nulla può vivere bene se non  in una maniera che si accorda con il modo in cui Potere del Mondo vive e si muove per compiere la sua opera

pag 214

 

Bisognava quindi rispettare  determinate  principi che mettevano in armonia i mondi dell'uomo ,della  natura e degli spiriti :

 

avete osservato che tutto ciò che un indiano fa è in un circolo. e questo perchè il Potere del Mondo sempre lavora in circoli e tutto cerca di essere rotondo

Nei tempi andati. quando eravamo un popolo forte e felice. tutto il nostro potere ci veniva dal cerchio sacro della nazione. e finche quel cerchio non fu spezzato. il popolo fiori. L'albero fiorente era il centro vivente del cerchio. e il circolo dei quattro quadranti li  nutriva. L 'est dava pace e luce. il sud dava ore. I'ovest dava la pioggia. e il nord. col suo vento freddo e potente. dava forza e resistenza. Questo sapere ci veniva dal mondo dell'aldilà con la nostra religione. Tutto ciò che il Potere del Mondo fa. lo fa in circolo.

 

pag 197

 

 E l'indiano come  l'uomo medioevale occidentale  trova dovunque delle corrispondenze misteriose significative , nulla avviene per caso, ogni cosa ha il suo significato simbolico e  mistico:

 

Pensate a questo: forse il sud non è la sorgente della vita, forse la verga fiorente non proviene in realtà dal sud? E l'uomo non avanza di là verso il sole tramontante della sua vita? E non si avvicina poi al nord più freddo, dove sono i capelli bianchi? E non arriva poi, se vive abbastanza a lungo, alla sorgente della luce e della comprensione,  che è l'est? E poi non ritorna al punto da dove partito, alla seconda infanzia, per rendergli la sua vita alla vita tutta, e la sua carne alla terra da dove è  venuto?

 

pag 202

 

E vi è anche la tendenza di credere a un altro mondo eterno a un mondo vero di  cui il nostro è solo una sbiadita copia, teoria  che ricorda tanto  le antiche credenze Orfiche dei Greci   ( e anche nei loro influssi su Platone. ):

 

Quello è il vero mondo che è dietro a questo mondo, e tutto ciò che vediamo qui è come un'ombra di quel mondo. Lui ( Cavallo Pazzo) era con il suo cavallo in quel mondo, e il cavallo e lui stesso sul cavallo e gli alberi e l'erba e I pietre e tutto era fatto di spirito, e nulla era duro, . tutto sembrava galleggiare. Il suo cavallo ... ballava intorno come un cavallo fatto soltanto d'ombra...

 

Pag 88

 

 

 il mezzo fondamentale attraverso il quale il mondo degli spiriti interagisce e comunica con il mondo materiale è il sogno  o la visione: non pare che si faccia grande differenza fra le due cose. Un indiano, quindi come in tutte le culture primitive, può essere mosso a compiere grandi azioni semplicemente da un sogno. D’altra parte anche nella Bibbia si veda per esempio l’episodio di Giuseppe che regola la vita dell’Egitto proprio in base alla interpretazione di un sogno.  

Tutta la vita di Alce Nero ( come viene narrata nel  libro)  è  dominata proprio  da un sogno (o  visione) avuto da piccolo  che gli avrebbe assegnato una misteriosa missione di salvezza del suo popolo. Alce Nero si considera un ”fallito” perchè non è veramente riuscito a realizzare la misteriosa missione che  gli spiriti gli avevano assegnato.

 Narra che già quando aveva quattro anni aveva cominciato a sentire voci misteriose che lo chiamavano. Ma a nove anni egli rimane per giorni interni in uno stato di assenza, senza conoscenza  e vede se stesso :

 

vidi nella tenda, e dentro vidi mia madre e mio padre che si chinavano sopra un bambino malato, su me stesso. Quando entrai nella tenda, qualcuno diceva: Il bambino riprende conoscenza; dovresti fargli bere un sorso d'acqua .

Mi ritrovai seduto; ed ero triste perchè mia madre mio padre sembravano sapere che ero stato cosi  lontano.

 Pag 51

 

 Durante questo periodo egli ha una grande visione che poi tutta la vita cercherà di comprendere.

 

 Guarda, una voce sacra ti chiama;

per tutto il cielo una voce sacra chiama

¯.

Forse voleva dire che tutte le nuvole mi stavano guardando. E poi disse:  Ascolta! Una voce ti chiama!  Allora alzai lo sguardo alle nuvole, e vidi scendere due uomini, la testa in giù come frecce che cadono; e mentre si avvicinavano, cantavano un canto sacro e il tuono era come il rullare di un tamburo.

 

Io ero rimasto a guardarli, immobile, e venivano dal luogo dove abita il gigante (il nord). Ma quando stavano per raggiungermi, girarono dalla parte dove tramonta il sole, e a un tratto erano due oche. Poi scomparvero, e cadde la pioggia con un grande vento e molto rumore. 

Pag 21

 

 Il racconto della visione è lunghissimo

Si parla di frecce , di cavalli, di guerrieri, di nuvole. di antenati che compaiono e scompaiono che si trasformano l'uno nell'altro in un caleindoscopio infinito: si tratta di un racconto che ricorda molto, per complessità e simbolismo, l'Apocalisse cristiana. Tuttavia, da altra fonte, sappiamo che Neihardt   in effetti ha parecchio ampliato  il racconto e non si vede d'altra parte come  si potrebbe tenere a mente un racconto cosi lungo e complesso pieno di infiniti simbolismi che non si comprendono.   

 Il piccolo Alce Nero ricorda che

 

non raccontai questa visione a nessuno. Mi piaceva ricordarla, ma avevo paura di raccontarla

pag 21

 

 non perchè teme di non essere creduto perchè gli indiani credono fermamente in queste cose  ma perchè ha proprio paura del compito gli spiriti gli hanno affidato.

 In seguito egli ha altre visioni . Divenuto adulto egli poi fa rappresentare tutto il complicato sogno da tutta la sua tribù perchè, secondo una credenza, una visione porta effetti solo se poi essa viene rappresentata in terra materialmente. Dopo Alce Nero comincia  esercitare come guaritore ma è ben consapevole che il potere di guarire non gli appartiene e che è solamente un mezzo:

 

 Era il potere del mondo dell'aldilà e le azioni e le cerimonie avevano fatto di me soltanto una specie di buco, attraverso il quale il potere poteva  giungere ai bipedi. Se avessi pensato che ero io stato a farlo, il buco si sarebbe chiuso e non avrebbe lasciato passare alcun potere.

pag 203

 

Le visioni e le voci poi si ripetono per tutta la vita: alla fine Alce Nero si rimprovera di non aver seguito la sua prima grande visione e di essersi troppo fatto distrarre da quelle minori e imputa a questo fatto di non aver potuto fare nulla per salvare il suo popolo.

 

Quanto a me, l'uomo a cui fu concessa in gioventù una così grande visione, adesso mi vedete ridotto un vecchio pietoso che non ha fatto un bel niente, perchè il cerchio della nazione è rotto e i suoi frammenti sono sparsi. Il cerchio non ha più centro, e l'albero sacro è morto

 pag 275

 

 Benchè si tratti della parte più  ampia del libro che stiamo esaminando riteniamo pero che non sia utile al nostro assunto insistere ancora su questo aspetto.

 

 

LA GUERRA

 

Un indiano era soprattutto un guerriero: la guerra era la sua vocazione, la sua vita Prima di una battaglia essi si ripetevano scambievolmente che  "oggi è un buon giorno per morire."

 Fin dalla più tenera infanzia essi si preparavano giocando alla guerra. In genere anche i nostri bambini sono soliti fare un tale gioco ma per essi esso è " solo un gioco" in cui gli aspetti cruenti e crudeli della guerra sono ignorati. ma l'indiano invece fa un gioco che è una vera e propria preparazione:

 

tutti i bambini dai cinque o sei anni in su giocavano alla guerra. Si riunivano i piccoli delle diverse bande della tribù e giocavano alla guerra con palle di fango, scagliate con verghette di salice. E i ragazzi più grandi giocavano al gioco chiamato Buttarli-giu dai -Cavalli, che è esattamente come una battaglia, solo che non si uccidono; e a volte si facevano molto male. I cavalieri delle diverse bande si mettevano in fila e si lanciavano alla carica sugli altri, urlando; e quando alla fine della corsa i cavalli si incontravano, si impennavano e cadevano a terra e strepitavano, avvolti in una nube di polvere, e i combattenti lottavano corpo a corpo, finchè una delle bande non aveva perso tutti i suoi uomini, perchè I quelli che cadevano a terra venivano considerati morti. ! Eravamo sempre nudi, quando giocavamo, come lo  sono i guerrieri quando combattono, se non fa troppo freddo, perchè senza indumenti si è molto più agili.

Pag 17-18

 

Altro gioco simile era quello di addestrare i bambini a rubare: il furto operato ai danni di estranei alla tribù  era infatti considerato  un fatto altamente onorevole  e meritorio.:

 

C'era un gioco della guerra che noi bambini eravamo soliti giocare. Avevamo un consigliere, e quando  si faceva buio ci ordinava di andare a rubare un pezzo di carne secca ai grandi. Ci porgeva uno stecco e dovevamo morderlo per strapparne un pezzo.....Poi ci andavamo al villaggio dei grandi, strisciando e se tornavamo e non ci avevano scoperti, facevamo banchetto e un ballo, e discorsi di finto eroismi, contandoci le nostre prodezze come dei guerrieri

pag 64

 

Viene anche spiegata la tattica del cerchio resa familiare in tutti i film western.

 

Noi galoppavamo intorno a loro, continuamente, in un ampio cerchio che diventava sempre stretto. Quello è il modo migliore di combattere, perche è difficile colpire dei cavalli che galoppano in cerchio velocemente. E alle volte c'erano due cerchi l'uno dentro l'altro, che giravano rapidamente in senso opposto, e così era ancora più difficile colpire

pag 96

 

Contrariamente a quanto appare nei ai film si trattava di un a tattica molto accorta ed efficace: una volta che i nemici avessero scaricate le loro armi da fuoco con scarsissimi risultati potevano poi assalirli con le armi bianche.  Tuttavia va notato che quando poi entrarono in uso armi a rapida carica  questa tattica dovette esser abbandonata : nella "battaglia dei carri "questo modo di combattere provocò una strage fra gli indiani. 

 Non è da pensarsi che i nemici fossero per eccellenza i bianchi: anche nei momenti di maggiore pressione dell'esercito, anche quando le guerre con i bianchi erano ormai terminate le guerre interne tribali erano sempre onnipresenti. Anzi in effetti veniva richiesto agli indiani non solo di cessare le ostilità verso i bianchi ma tra le tribu stesse. infatti Alce Nero ci racconta dl terrore che prese i Soux all'arrivo di una tribu nemica , i Crow e siamo gia dopo il 1880.

 

...adesso li sentivo parlare, e seppi che  stavano preparando un piano di attacco. Dopo si ritirarono, sempre strisciando; poi si alzarono, corsero il colle di corsa e scomparvero

Eravamo così in pochi, che non ci azzardammo nemmeno a levare le nostre tende; ce ne andammo al più presto possibile. Dovevamo attraversare il torrente  che era in piena e muggiva

pag 158

 

contro la furia spietata  degli assalitori si compiono atti di coraggio. Ad esempio un guerriero sacrifica la sua vita :

 

 C'era un uomo chiamato Lupo Coraggioso che quel giorno compi un grandissimo atto di valore, mentre  stavamo guadando. lui era vicino alla treggia dei due vecchi e della bella ragazza, quando rimasero impantanati; allora saltò giù dal cavallo, che era un  veloce inseguitore di bisonti, e disse alla bella ragazza  di scappare. Poi rimase accanto ai due vecchi e lottò finchè tutt'e tre vennero uccisi. La ragazza riuscì a salvarsi

 pag 159

 

Appare chiaro che i Crow non avrebbero certo avuto pietà per  dei vecchi e di una donna

 Ma la guerra per gli indiani ha le sue leggi  ma sono leggi crudeli e spietate. Per esempio vi è la regola del "colpo rituale " per cui ogni membro della tribù colpisce il nemico:

 

 L 'uomo che ha ucciso un nemico non deve toccarlo, perchè egli  ha l'onore dell'uccisione. Deve lasciare che un altro gli dia  il colpo rituale. Quando andai a vedere c'era un mucchio di pali per il colpo rituale accanto  e le donne lo avevano tagliato a pezzi con l'ascia e sparpagliato i pezzi tutto intorno. Era orribile. Allora accesero  un falò proprio accanto al Crow e ballarono. Uomini, donne e bambini ballarono nella notte fonda, e nel frattempo cantavano su Naso di Corvo che aveva ucciso il Crow e su Mano  Gialla che aveva dato il primo colpo rituale.

pag 159

 

E certo gli indiani non sono meno spietati verso i bianchi quando riescono a sopraffarli:

 

 

C'era un soldato per terra  e ancora scalciava. Passò un Lakota a cavallo e mi disse: Ragazzo, smonta e levagli lo scalpo  lo scesi dal cavallo e ubbidii. L'uomo aveva  i capelli corti e il mio coltello non era molto affilato. Il soldato digrignava i denti. Allora gli sparai un colpo sulla fronte e gli levai lo  scalpo

pag 115

 

ci divertivamo a girare a cavallo , tirando frecce ai Wasichu. Ce ne era uno che si dimenava per terra con alcune frecce nel corpo, e io cominciai a levargli la giacca, ma un uomo mi scostò e si prese la giacca lui.

 

pag 128

 

Le donne non partecipano direttamente alla battaglia : tuttavia  incoraggiano gli uomini, li spronano a gareggiare in valore.

 

A metà strada vidi una ragazza molto bella, nel mezzo di una banda di guerrieri che si avviavano alla battaglia sul colle, e la ragazza cantava così :

 Fratelli, sono arrivati i vostri nemici  Siate coraggiosi! Siate coraggiosi! Vi piacerebbe che mi facessero prigioniera? ¯.

 

 pag 115

 

 Vedevamo le donne. che adesso ci venivano incontro . tutte insleme , tutte facendo il tremolio !

 

pag 119

 

Dopo aver fatto vedere a mia madre il mio scalpo, rimasi un poco con le donne; tutte cantavano e facevano il tremolo

pag 128

 

 

I  BIANCHI

 

Il temine con cui sono indicati i non-indiani è Wasichu: non vi è riferimento al colore della pelle e comunque esistono   anche" Wasichu "neri "

Essi appaiono al  piccolo Alce Nero :

 

Avevo ormai dieci anni, e quell'inverno vidi per la prima volta un Wasichu. Pensai che tutti sembravano  malati, e temevo che in qualsiasi momento ci avrebbero  attaccati , ma poi mi abituai alla loro presenza

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 L'impressione di malattia derivava dal colore chiaro della pelle proprio degli anglosassoni ( anche noi italiani  individuamo  i nordici da questo carattere). I racconti che aveva sentito da bambino li facevano apparire  minacciosi. Diciamo che al piccolo i bianchi sembrano anche all'apparenza dei demoni, qualcosa di inumano.

 In seguito conocendoli meglio comprende elementi essenziali :

 

Capivo che i Wasichu non si curavano gli uni degli altri Wasichu, come faceva la mia gente, prima che il cerchio della nazione fosse spezzato. Ognuno prendeva all'altro tutto quello che poteva. C'erano  alcuni che aveva più di  quanto potesse servire loro, e moltitudini di altri non avevano proprio nulla e forse morivano di fame. Avevano dimenticato che la terra era la loro madre. Questo non poteva certo essere una vita migliore di quella antica della mia gente

pag. 219

 

Viene colto quello che noi definiremmo l'individualismo e  l'egoismo della società borghese e moderna, le grandi differenze sociali della civiltà.  Alce Nero invece vive in una società in cui ognuno si cura del proprio vicino, in cui le modeste ,preziose risorse vengono divise equamente fra tutti: una società insomma solidaristica  contrapposta a una individualista che non gli sembra certo migliore della sua .

 Rileva poi la disonestà dei Wasichu che mentono continuamente:

 

I soldati si erano presi tutti i nostri cavalli, e dicevano che il Grande Capo di  Washington ce li avrebbe pagati; ma se mai lo ha fatto  non me ne sono accorto.

 179

 

e soprattutto ricorrono all'inganno :

 

I Wasichu andarono a parlare con alcuni capi, separatamente, e li convinsero a mettere i loro segni sul trattato. Forse alcuni di loro lo  fecero perchè erano impazziti per via del wakan (acqua stregata, whisky) che i Wasichu avevano dato loro. Così ho sentito dire; non so. Ma solo uomini pazzi o molto stupidi potevano vendere  la loro Madre Terra. A volte penso che sarebbe stato  meglio se fossimo rimasti tutti insieme per farci ammazzare tutti.

pag. 179

 

i sotterfugi legali appaiono chiaramente solo inganni e imbrogli.

Ma soprattutto vi è proprio un diverso modo di concepire la realtà. Ad esempio per Alce Nero molta importanza  assume la forma delle abitazioni:

 

La vita dell'uomo è un circolo, dall'infanzia all'infanzia  e lo stesso accade ogni cosa dove un potere si muove. Le nostre tende erano rotonde, come i nidi degli uccelli, e inoltre sempre disposte in circolo, il cerchio della nazione  un nido di molti nidi, dove il Grande Spirito vede che noi covassimo i nostri piccoli....Ma i Wasichu ci hanno messi in queste scatole quadrate. Il nostro potere se ne è andato e stiamo morendo, perchè il potere non è più in noi.

pag 198-199

 

L'indiano vive in un mondo di simboli magici e religiosi: fuori di esso la realtà per lui diventa qualcosa di incomprensibile. Alce Nero pare individuare in questo sovvertimento delle sacre tradizione la causa fondamentale della morte del suo popolo. In qualche modo ha ragione:ogni popolo ha la sua cultura: se ne viene privato a forza perde il suo senso della vita e incomincia veramente a morire  se non fisicamente certamente spiritualmente. Altro è l'evoluzione lenta e graduale  verso forme di civiltà più complesse,  altro è esservi spinti  con la violenza  senza comprenderla.

 Si crede magari che vi sia un  segreto, una specie di magia che si possa conoscere  perchè gli indiani possano riuscire a rifiorire  :

 

Forse se riuscivo a vedere il grande mondo dei Wasichu, avrei imparato il modo di ricostruire il  cerchio sacro e di far fiorire nel suo centro l'albero

pag 156

 

Ma poi si rende conto che non esiste alcun segreto e che il mondo dei bianchi e solo un mondo malvagio. una specie  di incarnazione del male

l mondo degli indiani   allora diventa il paradiso perduto, il mondo "giusto, quello "vero" ,il mondo dei bianchi una specie di incubo che forse si dissolverà  :

 

aveva visto un'acqua grande, e di là dall'acqua grande c' era una bella terra verde dove tutti gli indiani che erano  mai vissuti e tutti i bisonti e gli altri animali vanno a vivere tutti insieme......

e non ci sarebbero  Wasichu nel nuovo mondo che doveva arrivare con una nuvola in un turbine e distruggere la vecchia  terra che moriva.

 

pag. 236

I

Alce Nero fa parte del circo di Buffalo Bill, viaggia all'Est e poi va anche in Europa,  gira in molte nazioni e e accenna anche a Napoli e Pompei

 

 dalla Germania andammo a un luogo dove la terra bruciava. C'era un monte alto, che finiva a forma di  tenda, e lassù bruciava.

Senti dire che  molto tempo fa una grossa città e molte persone erano scomparse nella terra, in quel luogo.

pag 226

 

Rimane favorevolmente impressionato dall'Inghilterra e si noti che in Canada ,  paese facente parte della corona inglese gli indiani avevano ricevuto un trattamento molto più umano che in Usa.  Rimane in particolare colpito dalla gentilezza della Nonna, come gli indiani chiamavano la regina Vittoria che si intrattiene affabilmente con i pellerossa e mostra considerazione e rispetto per essi cosa alla quale  essi non erano certo abituati a ricevere dai Wasichu,

Tuttavia di tutto il viaggio Alce Nero mostra molti ricordi ma sostanzialmente non ha compreso nulla di quello che ha visto che troppo lontano è dal suo mondo dalla sua concezioni: è come se fosse passato attraverso un sogno dal quale si  riscuote appena torna alla sua gente.

 

LA FINE

 

Dopo  una indomita lunga quanto inutile resistenza venne la fine per la cultura indiana. Un mondo fini per sempre anche se il suo ricordo seppure molto  alterato  cominciò a diffondersi per il mondo intero attraverso il nascente mito del West.

I grandi spazi di cui avevano bisogno gli indiani venivano loro sottratti con la forza e con l'inganno dai bianchi:

 

vennero per toglierci via circa la metà della terra che ci era rimasta. Il nostro popolo non voleva questo trattato, nemmeno, ma Tre Stelle venne e fece il trattato lo stesso, perche i Wasichu volevano la nostra terra, tra laTerra Fumosa e il fiume Buono. Così l'inondazione di Wasichu, sporchi di cattive azioni, si portò via la metà dell'isola che ci era rimasta.

 Eravamo chiusi e recintati ! Non potevamo fare nulla.

pag 322

 

Il loro mondo era finito,erano estranei in un mondo che nemmeno comprendevano e che sembrava un brutto sogno:

 

Ormai tutta la nostra gente si stava sistemando in case grigie quadrate, sparse qua e la su questa terra da fame, e i Wasichu avevano tracciato intorno a loro una linea, per recintarli. Il cerchio della nazione era stato spezzato, e non c'era più un centro per l'albero fiorente. La gente era disperata. Li sentivo pesanti e bui.... che non gli si poteva più far vedere nulla. La vita del popolo era in quel cerchio; e che sono molte piccole vite, se la vita di quelle vite se n'è  andata?

pag 216

 

La miseria, la fame e le malattie dilagano:

 

La fame ritornava spesso tra di noi, adesso, perchè buona parte di ciò che il Grande Padre a Washington ci mandava, probabilmente lo rubavano i Wasichu, che erano pazzi per il denaro. C'erano , molte menzogne, non le potevamo mangiare.

pag 215

 i malati, e ce n'erano molti, perche il male  aveva colpito la mia gente, che era sempre debole per via della fame. Ci furono molti altri malati. L'inverno, quando venne la pertosse  uccise i bambini piccoli che non avevano abbastanza da mangiare ' Così stavano le cose. Il nostro popolo era ridotto disperazione, in uno stato pietoso.

 

pag 232

 

In questo contesto di disperazione cominciano a circolare le voci di una possibile salvezza: come spesso avviene quando l'uomo non vede speranza in terra la cerca nel cielo. Nasce allora l'illusione finale e drammatica della " danza degli spettri "cioè di un rito magico  che avrebbe salvato gli indiani e fatto scomparire l'incubo dei bianchi.

Corrono voci che  il Grande Spirito  secondo le antiche credenze ha parlato:

 

c'era uno stregone, tra la palude, il quale aveva parlato con il Grande Spirito in una visione, e il Grande Spirito gli aveva detto come fare per salvare i popoli indiani, per fare scomparire i Wasichu e ritornare tutti i bisonti e tutte le persone che erano morte,

Aveva visto un'acqua grande, e di là dall'acqua grande c' è una bella terra verde

pag. 233

 

Per fare questo bisogna operare dei riti , la "danza degli spettri "appunto come fu chiamata:

 

diede un poco di pittura rossa sacra e due penne d'aquila a Tuono Buono. La gente doveva tingersi la faccia con quella pittura e doveva ballare una danza degli spiriti e come lo stregone aveva insegnato Disse loro che stava per arrivare un altro mondo, proprio come una nuvola. Sarebbe arrivato dall' ovest. in un grosso turbine, e avrebbe distrutto tutto questo mondo. che era vecchio e morente. In quell'altro mondo c' era abbondanza di cibo. come nei tempi andati; in quel mondo tutti gli indiani morti erano vivi. e tutti i bisonti che erano stati uccisi. correvano di nuovo per le praterie.

pag 234

 

I bianchi furono molto preoccupati che un movimento del genere rimettesse in moto la rivolta degli indiani che era stata sedata in tanti  anni di lotte e proibirono queste pratiche. Questo però non fermava il movimento :

 

Se i Wasichu vogliono battersi con  noi lasciateli fare. fortificate Ia vostra volontà .e fatevi coraggio. Dobbiamo fidarci degli scomparsi che sono nel nuovo mondo che si annuncia

pag 256

 

Si pone la premessa di altre tragedie. Un gruppo di indiani infatti si muove dalle riserve, viene intercettate al Wounded Knee. Benche essi consegnassero tutte le armi tuttavia un ufficiale dell'esercito fu ucciso da un indiano e i soldati compirono  una terribile strage che Alce  Nero ricorda:

 

C'erano uomini e donne e bambini ammucchiati e sparsi per tutta la pianura, sotto il monticello dove i soldati avevano piazzato le loro armi a carro, e verso ovest, su per il burrone asciutto quasi fino alla cresta della montagna, si vedevano le donne e i fanciulli e i bambini piccoli, tutti uccisi.

Quando vidi questo, rimpiansi che non avessero ucciso anche me; ma non rimpiangevo troppo le donne e i bambini: per loro era meglio essere felici nell'altro mondo, dove volevo andare anch'io.

pag 265

 

E questo come dice Alce Nero fu la fine di tutto:

 

Non sapevo in quel momento che era la fine di tante cose. Quando guardo indietro, adesso, da questo alto monte della mia vecchiaia, ancora vedo le donne e i bambini massacrati, ammucchiati e sparsi lungo quel burrone a zigzag, chiaramente come li vidi coi miei occhi da giovane. E posso vedere che con loro mori un'altra cosa, lassù, sulla neve insanguinata, e rimase sepolta sotto la tormenta. Lassù morì il sogno di un popolo. Era un bel sogno.

pag 275

 

Era un bel sogno. è vero per un indiano ma purtroppo era incompatibile con un  un altro bel  sogno, quello degli uomini bianchi : uno dei due doveva   finire e fini, come  sempre, quello del più debole.

 

 OLTRE LA FINE

 

Neihardt  chiude il libro  con l’immagine suggestiva di  Alce Nero che ormai vecchio e disperato grida dall’alto della collina agli spiriti per il suo  mondo ormai finito 40 anni prima. Ma si tratta di una licenza poetica, o se si preferisce di un falso o di una mistificazione dell’autore. In realtà Alce Nero nel 1930 era ben diverso dalla immagine che ci ha tramandato  Neihardt:  era un uomo cambiato  cosi come era cambiato il suo popolo. Nel libro invece viene disconosciuta l'evoluzione avvenuta orami da quasi trenta anni: Alce Nero non era più uno stregone ma un catechista cattolico. 

 Alla fine dell’800 infatti gli indiani avevano cominciato a convertirsi al cristianesimo e  lo stesso  movimento della “ danza degli spettri” era in realtà un movimento religioso sincretico fra cristianesimo e religioni tribali. I Sioux in particolare si erano rivolti ai cattolicesimo forse perchè non era propriamente la religione dei loro nemici bianchi (in generale protestanti) o perchè provenivano dal Canada (francofono e cattolico) che li aveva sempre trattati meglio o perchè consideravano forse le sue  funzioni cattoliche più consone al loro spirito.  Anche Alce Nero nel 1904 si fece battezzare e prese il nome di Nicolas: il suo nome  all’incontro con   Neihardt  era quindi:“Nicholas Black Elk (Nicola Alce Nero): gli indiani prendono nomi cristiani e conservono i vecchi soprannomi tribali come cognomi trasmissibili ai figli ( anche i  figli di Alce Nero hanno  il cognome di Black Elk)   Non si tratta di una differenza solo formale  ma della  assunzione  di una diversa  identità.

Alce Nero dopo la conversione abbandonò le sue primitive convinzioni magiche e religiose . Affermò testualmente a proposito della sua magia  :

 

È una cosa tutta priva di senso esattamente come i maghi che avete presso gli uomini bianchi. È proprio la stessa cosa. Non va confusa con il pregare con la pipa, che è una cosa molto più importante. Se un uomo prega con la pipa, spinge gli altri uomini a pregare con lui. Ma quest’altra cosa, lo yuwipi, è fare come fanno i maghi, che tentano di ingannare. Lo so perché l’ho fatto io stesso"

 

 pag 36 del testo di Lucy Looks Twice

 

Alce Nero quindi divenne un fervido cattolico, per oltre  40 anni fino alla sua morte avvenuta ben  venti anni dopo dopo gli incontri con  Neihardt , nel 1950, svolse sempre opera di catechista presso la locale parrocchia. In particolare egli teneva in chiesa accorati e efficaci  discorsi in lingua lakota : manteneva cosi la sua propensione religiosa che aveva sempre manifestato sin dalla tenera età. Negli ultimi anni della sua vita vide con diffidenza il diffondesi di un certa indifferenza verso la religione come ogni altro americano della sua età.

 Le civiltà e le culture finiscono ma non per questo finiscono i popoli che possono continuare la loro vita assumendo nuovi  e usi e credenze e tecniche . Sarebbe erroneo pensare che un popolo abbia una cultura data una volta per sempre. Anzi tutti i popoli evolvono sempre , le culture evolvono , ciascuna influenza le altre in uno scambio ininterrotto. La nostra cultura italiana e  europea non è che  il risultato di un evolversi continuo che ha avuto momenti altamente drammatici e violenti e altri invece di lenta e pacifica evoluzione.

 Gli indiani che popolavano il West non sono affatto spariti, anzi il loro numero è molto superiore a quelle dei tempi della conquista: essi continuano a vivere inserendosi  in una  civiltà moderna. Pensare che essi invece debbano essere sempre legati a un passato  ormai finito, vederli ancora inseguire le mandrie di bisonti che non esistono più, credere in pratiche sciamaniche  superate dalla scienza   è una astrazione e una astrazione pericolosa:  significa operare una emarginazione, metterli in un ghetto, di arretratezza di povertà il che è esattamente quello che avviene nelle superstiti riserve. il mondo cambia ,dobbiamo stare al passo con il mondo non nel senso che dobbiamo subire il progresso ma che dobbiamo dare anche noi un nostro contributo: ma se non stiamo al passo dei tempi il progresso ci spazza via, nella migliore delle ipotesi ci mette in un canto.

Saggiamente  disse un capo indiano ,Due lune :

 

 quaranta anni fa io combattei Custer fino a che furono tutti morti . Io allora ero nemico degli uomini bianchi. Ora io sono amico e fratello,  vivendo in pace  insieme sotto la bandiera del nostro paese. "

Due Lune (da Indian Memorial At Little Bighorn Battlefield National Monument)

 

 Con questo non si vuol assolvere o nascondere  o minimizzare gli eccessi , i massacri inutili, le ruberie e le ingiustizie  commesse contro gli indiani